Maria Grazia Breda presidente Fondazione promozione sociale onlus
Dal 16 al 18 aprile 2010, presso la sala 3 del cinema Massimo di Torino, si è tenuta per tre giorni una rassegna cinematografica, a ingresso libero, dal titolo “Difendere i diritti dei deboli… al cinema” organizzata dalla Fondazione promozione sociale onlus con il patrocinio della Città di Torino e del Museo nazionale del cinema.
L’ Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie) ha collaborato per la realizzazione dell’appuntamento domenicale, con una proposta di film scelti per riflettere sull’affidamento familiare a scopo educativo dei minori con famiglie in difficoltà. Le altre due giornate sono state gestite dalla Fondazione rispettivamente con Aps (Associazione promozione sociale) per la tematica sulle cure domiciliari degli anziani non autosufficienti e con l’Utim (Unione per la tutela degli insufficienti mentali) sulla questione del “durante e dopo di noi”, problema che coinvolge le famiglie che hanno figli con handicap intellettivo.
Perché il cinema
Si è scelto il cinema per affrontare in modo lieve temi che riguardano percorsi di vita non semplici. L’obiettivo era quello di rinforzare le motivazioni in chi è già sensibile, ma soprattutto di avvicinare chi è totalmente a digiuno dell’esistenza di problematiche, tipo quella dell’affidamento familiare.
Abbiamo coinvolto l’assessorato alla cultura della Città di Torino (e non quello all’assistenza), perché “cultura” è anche promuovere l’informazione su questi temi e la conoscenza dei diritti delle persone deboli, che, anche se “improduttive” devono comunque poter contare sullo stanziamento di risorse adeguate al soddisfacimento delle loro esigenze.
Le pellicole presentate
E’ così che circa trecento persone, ogni giorno della rassegna, in prevalenza sconosciute agli organizzatori, hanno assistito nel corso dei tre giorni alla proiezione di film che le hanno introdotte al tema dell’affidamento familiare, ai problemi che deve affrontare una famiglia con un figlio con handicap intellettivo o di chi vive quello di un genitore anziano cronico non autosufficiente demente.
Domenica 18 Aprile 2010, giornata dedicata ai minori in affidamento famigliare, sono stati proiettati i seguenti film: “Il monello”(1921) film muto, di Charlie Chaplin; “La gabbianella e il gatto” (1998) film d’animazione, di Enzo D’Alò; “La guerra di Mario” (2005) di Antonio Captano (1).
Il forum sull’affidamento famigliare
I film sono stati l’occasione da cui partire per il confronto previsto con un piccolo forum della durata di circa un’ora, tra le 20 e le 21. Per approfondire gli argomenti sono stati distribuiti anche opuscoli informativi gratuiti, contenenti informazioni sul tema, ma anche sui diritti esigibili, come fare per ottenerli e a chi rivolgersi (2).
Il momento informativo gestito dall’Anfaa è stato coordinato da Mario Aliberti con il contributo di Franco Garelli sociologo, preside della Facoltà di scienze politiche dell’Università di Torino. Insieme hanno aiutato il pubblico a ripercorrere la storia dell’assistenza ai bambini con famiglie in difficoltà e di come si è passati dal ricovero in istituto – con tutte le nefaste conseguenze sul loro sviluppo – all’affidamento familiare anche di minori con gravi problemi sanitari o handicap. Entrambi hanno sottolineato l’esigenza che le istituzioni (Tribunale per i minorenni ed Enti Locali) stiano dalla parte dei minori e garantiscano, con leggi e delibere, gli interventi indispensabili affinchè possano crescere in primo luogo nella propria famiglia d’origine (quando è idonea), o in una affidataria o in una adottiva, se la famiglia è inidonea sotto il profilo materiale e morale.
La testimonianza delle tre famiglie affidatarie dell’Anfaa, molto motivate, ma anche attente al risvolto che l’affidamento familiare assume sul piano delle politiche assistenziali, hanno permesso al pubblico di entrare nel vivo della questione. Le tre giovani signore hanno messo bene in luce gli aspetti solidaristici dell’affidamento familiare, il coinvolgimento che richiede a tutti i livelli sia personali che familiari. Tuttavia, hanno anche evidenziato molto bene quali sono le condizioni imprescindibili, perché l’affidamento familiare possa davvero essere un’opportunità positiva per il minore che deve essere allontanato temporaneamente (ma può anche essere definitivamente) dal proprio nucleo familiare d’origine. In modo semplice, a volte colorato, ma sempre molto chiaro hanno indicato punto per punto le criticità che hanno avuto con i rispettivi Comuni e come, grazie anche al supporto dell’Anfaa, hanno saputo “rivendicare” diritti per sé e/o per le famiglie d’origine nell’interesse prevalente del minore. Senza trionfalismi, perché non hanno mancato di elencare anche i punti ancora critici su cui sarà necessario impegnarsi nel prossimo futuro.
Il tutto però con un messaggio di impegno civile, in un clima sereno e propositivo, facendo emergere il “volontariato per i diritti del minore” svolto dalla famiglia affidataria, che ha comunque bisogno della rete di solidarietà della comunità locale in cui è inserita e dell’istituzione, perché da sola non può far fronte ai problemi complessi che l’affidamento familiare pone. Anche se alla fine tutte e tre confermano di essere soddisfatte della loro scelta.
Conclusioni
Sarebbe quanto mai opportuno che analoghe iniziative culturali (ma possono, come è ovvio, essere utilizzate altre forme di espressione culturale come il teatro, la musica, gli audiovisivi, ecc.) fossero fatte proprie dall’ente pubblico, in modo da assicurare una idonea periodicità ed i relativi stanziamenti la cui entità – per le casse di un Comune – è peraltro assai limitata. Per le singole associazioni, invece, si tratta di impegni notevoli, anche sotto il profilo economico. Ad esempio ricordiamo che gli oneri economici per realizzare l’iniziativa “Difendere i diritti deboli al Cinema” (una spesa complessiva di circa 10mila euro) sono stati sostenuti dalla Fondazione Promozione sociale onlus con un parziale contributo del Comune di Torino e delle associazioni Anfaa e Utim. Fondamentale è stata la collaborazione di numerosi volontari soprattutto per la diffusione degli inviti e delle locandine.
Note:
(1) Il programma delle altre due giornate è stato il seguente:
– Venerdì 16 aprile 2010, giornata dedicata alle persone con handicap intellettivo o con limitata autonomia sono stati proiettati
“Buon compleanno Mr. Grape” (1993) di Lasse Hallstrom; “Le chiavi di casa” (2004) di Gianni Amelio; “L’ottavo giorno” (1996) di Jaco van Dormael. Dopo i saluti portati da Stefano Boni, responsabile della programmazione del Museo nazionale del cinema, è seguito un dibattito coordinato da Maria Grazia Breda della Fondazione promozione sociale con la partecipazione di Enzo Bozza dell’Utim ed una testimonianza di un familiare di un soggetto con handicap intellettivo grave.
– Sabato 17 aprile 2010, giornata dedicata agli anziani cronici non autosufficienti e ai malati di Alzheimer. I film sono stati: “Parenti serpenti” (1992) di Mario Monicelli; “Pranzo di Ferragosto” (2008) di Gianni Di Gregorio; “La Famiglia Savage” (2007) di Tamara Jenkins. Intercalato il momento informativo con la dott.ssa Nicoletta Aimonino, medico responsabile del servizio di ospedalizzazione a domicilio dell’ospedale Molinette di Torino e Maria Grazia Breda della Fondazione promozione sociale. È altresì intervenuto il dott. Luigi Pernigotti, responsabile del settore anziani dell’Asl To1.
(2) In ciascuna giornata è stata diffusa gratuitamente varia documentazione sulle attività della Fondazione promozione sociale, dell’Utim e dell’Anfaa. In particolare sono stati distribuiti: l’opuscolo informativo “Tutti hanno diritto alla cure sanitarie” sui diritti dei malati cronici non autosufficienti, adulti e anziani, ad essere curati in ospedale o in casa di cura convenzionata, quando non è possibile provvedere al proprio domicilio; la guida “Handicap intellettivo. I diritti esigibili, i diritti da conquistare” libretto di orientamento per genitori, insegnanti, operatori, volontari; “Mi presti la tua famiglia? La mia è un po’ in difficoltà” guida all’affidamento familiare della città di Torino.