Lettera apparsa su Vanity fair del 9-12-2009)
Grazie ai genitori che li hanno accolti prima che diventassero figli nostri
“Il loro sì che è amore”: da una madre adottiva a una famiglia affidataria.
LI STAVANO CRESCENDO ANCHE PER NOI
Vi siete occupati di varie forme di maternità: adottiva, cercata e non trovata, perseguita con la fecondazione assistita, penalizzata sul lavoro. Ma quasi mai avete affrontato l’affido. Quelle che accolgono bambini in affido sono spesso famiglie numerose che aprono le loro già trafficatissime case all’accoglienza di un piccolo in difficoltà con la consapevolezza che l’accompagneranno solo finché ne avrà bisogno, e poi lo lasceranno andare. Il loro è un vero e grande amore gratuito. Io sono una mamma adottiva e amo i miei figli, ma con la certezza che investo su di loro per costruire la “mia” famiglia: le famiglie affidatarie fanno molto di più. Investono su bambini che, quasi sicuramente, poi andranno per la loro strada: o il rientro nella recuperata famiglia di origine o l’adozione. Si accollano le enormi difficoltà di piccoli spesso deprivati fisicamente e psicologicamente, piccoli che non sanno gestire la rabbia e lo smarrimento, che hanno visto solo i lati peggiori della vita, che non sanno che cosa sia una famiglia. I miei bambini prima dell’adozione sono stati due anni in affido da una famiglia verso cui ho una riconoscenza infinita perché, quando ancora io e mio marito non conoscevamo i nostri figli, loro li stavano amando e crescendo anche per noi.
Ilaria
* * *
DA UNA SOCIA DI LECCE RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO QUESTA BELLA TESTIMONIANZA
Ringraziamo Marina e Nicola per la loro preziosa testimonianza, che ci dimostra come il percorso per diventare genitori adottivi possa portare alla “maturazione” della coppia e all’apertura veramente a tutti i bambini che hanno diritto ad avere una famiglia: l’adozione deve andare incontro al diritto del bambino o della bambina.
Ricordiamo che in Italia ci sono bambini che hanno bisogno di una famiglia e che il loro unico “handicap” é quello di essere troppo grandi per le aspettative delle coppie; diamo uno sguardo anche ai bambini che vivono nel nostro Paese.
Siamo rientrati ieri sera dalla Repubblica di Komi (Federazione Russa) dove, dopo due ore di sentenza, il giudice ha deciso che possiamo diventare mamma e papà di Polina e Danil. Fra dieci giorni la sentenza diventerà esecutiva e potremo finalmente ritornare in quattro in Italia. Noi siamo tra quelle coppie che tre anni fa, all’inizio del percorso adottivo, avevano dato la disponibilità per l’adozione di bambini da 0 a tre anni, potendosi elevare l’età del maggiore fino a sei in caso di fratelli. Nel conferimento del mandato all’ente abbiamo dato l’indicazione di minori in età prescolare, perchè pensavamo di dare loro il tempo per imparare la lingua e inserirli regolarmente a scuola. In un certo senso avevamo anche noi delle riserve sull’età, forse ognuno di noi ha delle riserve all’inizio. Anche a noi un bambino di sei anni dava l’idea di essere “grandicello”. Fino a che lo scorso novembre riceviamo una telefonata dall’ente per una proposta “non vincolante”. La psicologa dell’ente, quasi timorosa e, abbiamo scoperto poi, su insistenza della referente in Russia (che ringraziamo tanto), ci dice: … “voi siete nella fascia di età da 1 a 5 anni, ma ci sono due fratelli, lei ha quasi dieci anni, lui quasi otto; abbiamo pensato a voi che desideravate due fratelli; dovreste darci però una risposta entro stasera; lo so, sono un pò grandicelli rispetto a quanto immaginavate, ma pensateci, non è vincolante, se non accettate continuerete a rimanere in lista”…
Abbiamo provato da subito un legame di appartenenza. Danil e Polina erano i nostri bambini. Come per incanto sono sparite tutte le nostre paure e le stupide riserve che avevamo sull’età; è stato facile dire di sì, non esisteva nessun motivo per dire di no ad una proposta così bella. Il miracolo dell’adozione è proprio quello di darti la serenità e sopratutto l’entusiasmo di vivere situazioni nelle quali solo qualche anno prima non ti saresti mai riconosciuta.
Ma questo entusiasmo l’ho visto in tante coppie che ho incontrato in Russia in questi giorni, e che hanno adottato bambini di sei, sette, otto, nove, dieci, anche tredici anni, 4 fratelli, bambini bellissimi, dolci, intelligenti, ma con tanto bisogno di affetto e di amore. Ogni anno in più in istituto lascia segni indelebili nei loro cuori. Noi possiamo fare tanto per loro. Loro ci aspettano. ma anche loro sanno dare tanto a noi.
Polina, che ha dieci anni, ha firmato per accettarci come genitori, e questo ci ha commosso profondamente; ci siamo mai chiesti se noi “rientriamo” nel loro immaginario di genitori ?
L’adozione è un grande momento di crescita e cambiamento per tutti noi, basta solo lasciarsi trasportare dalle ondate di emozioni che essa sa regalarti.
Marina e Nicola