torna all’indice del Bollettino 01-02/2009

NOVARA – Convegno Nazionale
“Neonati, Adottati, Immigrati: I bambini di oggi per l’italia di domani

Nel settembre scorso si è tenuto a Novara un importante convegno organizzato dall’Univer­sità degli Studi del Piemonte Orientale – in ambito nazionale – sul tema “Neonati, Adottati, Immigrati: I bambini di oggi per l’italia di domani”.

Il Convegno, impostato su due giornate, ha visto la presenza di importanti relatori in tutte e tre le sessioni: neonatologia, adozioni internazionali, bambino immigrato.

Nella seconda sessione – adozioni internazionali – sono state trattate tematiche molto interessanti.

Di seguito le relazioni tenute:

– Le adozioni nel nostro Paese – D. Bac­chetta (Roma)

– Problemi di salute dei bambini adottati – O. Gabrielli (Ancona)

– Il protocollo di accoglienza sanitaria – Adami Lami (Firenze)

– L’accoglienza psicologica (G. Torrioli – Roma)

– Il ruolo delle Associazioni delle famiglie (F.Tonizzo – Torino)

– Le equipe adozioni in Piemonte (P. Bossetti – Novara)

– Lettura Magistrale: Il significato delle adozioni per il bambino, la famiglia, la società (G. De Marco – Torino)

Si trascrivono alcuni brani della relazione tenuta da Frida Tonizzo:

LE FAMIGLIE COME RISORSA

Le famiglie adottive devono essere preparate,valutate e sostenute dalle Istituzioni per rispondere alle esigenze dei minori adottabili (e non viceversa…), con una particolare e specifica attenzione alle situazioni “difficili”: quando questo sostegno viene dato si hanno risposte veramente straordinarie da parte delle famiglie accoglienti.

Attraverso l’adozione si diventa genitori di un figlio nato da altri: veri genitori sono quelli che allevano, amano e accompagnano il figlio nella sua crescita fino al suo inserimento autonomo nella società. È necessario che questo rapporto venga riconosciuto anche sul piano culturale ed operativo ed un ruolo fondamentale al riguardo può svolgerlo la scuola.

LE ASSOCIAZIONI COME RISORSA

….Il forte e costante impegno della nostra Associazione quale associazione di volontariato dei diritti “dalla parte dei bambini”, è stato inoltre determinante per la realizzazione di importanti e fondamentali obiettivi, che sono stati finora raggiunti dall’ANFAA, anche grazie all’apporto delle oltre 20.000 famiglie adottive e affidatarie che in oltre 40 anni hanno fatto parte dell’Associazione e che hanno saputo coniugare la loro scelta di accoglienza familiare (numerose tra l’altro sono quelle che hanno accolto bambini grandicelli, malati e/o gravemente handicappati) con l’impegno associativo, in qualità di volontari che si attivano per il concreto riconoscimento delle esigenze e dei diritti dei bambini con gravi difficoltà familiari o in stato di adottabilità.

Ad esse, in questi ultimi anni si sono aggiunti alcuni figli adottivi ed ex-affidati adulti, che hanno deciso di operare in prima linea su queste tematiche che li hanno visti protagonisti.”

La relazione continua sui seguenti temi:

– LA SITUAZIONE DELLE ADOZIONI NA­ZIO­NALI ED INTERNAZIONALI IN ITALIA (Le domande superano di molto quello dei minori) – Sostenere le adozioni “difficili” – Sog­giorni solidaristici e adozioni internazionali – No all’adozione “mite” (svalorizza l’adozione legittimante e compromette lo sviluppo dell’affidamento familiare).

 IL RUOLO DELLE REGIONI E DEGLI ENTI LOCALI IN MATERIA DI ADOZIONE

– NO ALLE RUOTE/CULLE PER NEONATI

L’intero testo della relazione è a disposizione su richiesta.

Durante il Convegno è stato presentato il Gruppo di Lavoro Nazionale per il Bambino Immigrato (GLNBI). Costituito nel 1992 come Gruppo di Studio è affiliato alla SIP (Società Italiana di Pediatria). Il GLNBI si ispira alla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, divenuta legge italiana nel 1991, ed il suo obiettivo iniziale, sotto la guida dei suoi primi due Segretari (Prof. Gian Paolo Salvioli e Prof. Gianni Bona), è stato quello di identificare i problemi sanitari e sociali dei bambini immigrati, mediante numerose indagine clinico-epidemiologiche multicentriche na­zionali condotte nei punti nascita, nelle U.O. pediatriche di degenza e nei pronto soccorso.

Queste iniziative hanno consentito di identificare diverse categorie di bambini immigrati, ognuna con peculiari problematiche socio-sanitarie:

1) Bambini nati in Italia da genitori immigrati;

2) Bambini nati nei Paesi in via di sviluppo e immigrati con la famiglia;

3) Bambini adottati dall’estero;

4) Bambini figli di Nomadi;

5) Bambini figli di profughi e rifugiati politici;

6) Adolescenti stranieri non accompagnati.

Si segnala che il Dr. Mauro Zaffaroni – neonatologo – è il responsabile del GLNBI di Novara ed opera presso la Clinica Pediatrica dell’Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro” – Novara.

SONO CORRETTE LE RICHIESTE
DI DENARO AVANZATE DALLA
FONDAZIONE “L’ALBERO DELLA VITA”?

In occasione delle festività natalizie del 2008 la Fondazione “L’Albero della vita” Onlus, con sede a Basiglio (Milano), ha inviato a casa di numerosi cittadini (1) una lettera indirizzata personalmente a ciascun destinatario in cui sono evidenziate le seguenti espressioni: «A Natale apra il suo cuore ai bambini che soffrono. Sono soli, abbandonati, non amati. A volte lasciati al freddo, senza cibo, maltrattati. Ora hanno bisogno di noi e di lei signor A.» (2).

Tenuto conto della gravità delle situazioni segnalate, poniamo al Presidente della Fondazione “L’Albero della vita” alcuni interrogativi e restiamo in attesa di ricevere risposte che ci consentano di conoscere meglio le esigenze dei fanciulli anche al fine – se richiesti – di poter intervenire.

• Lei afferma che Sara, di cinque anni «è una bambina che una famiglia vera non l’ha mai conosciuta, che fin dalla primissima infanzia è sempre stata trascurata, a volte anche picchiata» e che «prima di arrivare da noi aveva già sopportato cose tremende. Era denutrita, con un visino magro e due occhi pieni di terrore. Non aveva nemmeno il coraggio di muoversi e di parlare».

Le chiediamo quindi: la situazione di Sara è stata segnalata al Tribunale per i minorenni affinché valutasse se c’erano le condizioni per la dichiarazione di adottabilità? Che cosa ha deciso il Tribunale per i minorenni? Sono intervenuti i servizi sociali in aiuto a Sara e ai suoi genitori? La bambina è stata inserita in una famiglia affidataria a scopo educativo?

• Lei scrive che «ogni giorno un neonato viene abbandonato e ci sono oltre 15.000 minori senza una famiglia vera» e che «nonostante questa gravissima situazione le case famiglia, le comunità alloggio e i servizi dove accogliere i bambini sono ancora troppo pochi».

Al riguardo gradiremmo sapere per quali motivi Lei fa mai riferimento in tutta la sua lettera al sostegno ai nuclei familiari in condizioni di disagio, all’adozione e all’affidamento? A suo avviso sono prioritarie le case famiglia e le comunità alloggio?

• Lei sostiene che nei primi 10 anni di attività la Fondazione “L’Albero della vita” ha «aiutato più di 6.000 bambini», e che «le difficoltà sono tante, ma finora siamo riusciti a superarle grazie a persone generose e sensibili che ci hanno aiutato finanziariamente».

Tenuto conto che fin dall’emanazione del regio decreto 773/1931 (cfr. in particolare gli articoli 154 e 155) i Comuni sono obbligati ad assistere i minori privi di adeguato sostegno familiare, perché detti Comuni non rimborsano alla Fondazione “L’Albero della vita” almeno l’intero ammontare delle spese sostenute per l’accoglienza dei fanciulli assistiti?

• Lei dichiara che «i neonati necessitano giorno e notte dell’assistenza di personale specializzato». Si tratta dei neonati non riconosciuti? Per quali motivi vengono accolti nelle strutture della Fondazione “L’Albero della vita”, quando – se i Tribunali per i minorenni agissero come prevede le legge 184/1983 – essi dovrebbero essere affidati a scopo di adozione appena nati, visto che vi sono oltre dieci famiglie aspiranti all’adozione per ciascun neonato adottabile?

Restiamo in attesa di ricevere le risposte dal Pre­si­dente della Fondazione “L’Albero della vita” in modo da poter predisporre le eventuali iniziative da concordare.

(tratto da Prospettive assistenziali n. 165)

(1) Nella lettera inviata dalla Fondazione “L’Albero della vita” viene riportato il cognome e il nome del destinatario e il relativo indirizzo.

(2) Il testo della parte restante della lettera sottoscritta dal Presidente della Fondazione “L’Albero della vita” è il seguente:

«Gentile Signor A.,

oggi mi sono fermato a guardare una delle nostre bambine, Sara, di cinque anni. Davanti a lei aveva messo una bambola, un orsacchiotto e in mezzo un bambolotto più piccolo, poi aveva steso un fazzoletto con sopra tazzine e piattini, come su una piccola tavola. “A cosa giochi?”, le ho chiesto. “Gioco alla famiglia”, mi ha risposto. “Oggi è il compleanno del loro bambino e la mamma e il papà gli hanno comprato una torta e tanti regali”. “Gioco alla famiglia!” Sono parole che fanno male quando a dirle è una bambina che una famiglia vera non l’ha mai conosciuta, che fin dalla primissima infanzia è sempre stata trascurata, a volte anche picchiata.

Eppure il desiderio di tutti i nostri bambini è proprio questo: avere una casa e una famiglia che li ami.

Purtroppo non è possibile che questi poveri bimbi vivano con i loro genitori, che sono assolutamente incapaci o impossibilitati di allevarli per i troppi problemi che devono affrontare: droga, alcool, disoccupazione… Nelle strutture realizzate grazie alla Fonda­zione “L’Albero della vita” i bambini trovano protezione, attenzioni e soprattutto quell’affetto che non hanno mai ricevuto.

Sara, ad esempio, prima di arrivare da noi aveva già sopportato cose tremende. Era denutrita, con un visino magro e due occhi pieni di terrore. Non aveva nemmeno il coraggio di muoversi, di parlare. La madre, una ragazza di poco più di vent’anni, a cui i parenti avevano voltato le spalle quando era rimasta incinta, si prostituiva. Il nuovo compagno non sopportava la bambina, la sgridava e spesso alzava le mani su di lei e sulla mamma. Le loro grida hanno allarmato i vicini, che si sono decisi a far intervenire la polizia. Così Sara ha trovato grazie a noi un rifugio sicuro, dove sta cercando di dimenticare.

Ma quanti bambini come Sara ci sono in Italia! Centinaia, migliaia…? Ogni giorno un neonato viene abbandonato e ci sono oltre 15.000 minori senza una famiglia vera. Nonostante questa gravissima situazione le case famiglia, le comunità alloggio e i servizi dove accogliere i bambini sono ancora troppo pochi. Ecco perché noi impieghiamo i nostri sforzi e le nostre energie per realizzare case piene d’amore e per offrire ai piccoli meno fortunati la speranza di una vita felice e serena.

Dai nostri primi passi ad oggi sono passati oltre 10 anni e abbiamo aiutato più di 6.000 bambini; le difficoltà sono tante, ma finora siamo riusciti a superarle grazie a persone generose e sensibili che ci hanno aiutati finanziariamente. Il futuro però si prospetta impegnativo e difficile e dobbiamo tutti darci da fare. Le spese per le strutture attive sono alte. I neonati necessitano giorno e notte dell’assistenza di personale specializzato. Solo se ci sarà ancora chi ci sosterrà potremo continuare a tenere aperte le nostre case di accoglienza e sviluppare nuovi progetti. Ecco perché chiediamo a chiunque abbia buon cuore, come lei, di partecipare con un prezioso contributo alle iniziative della Fondazione “L’Albero della vita”.

Tutti insieme potremo continuare ad offrire ai piccoli meno fortunati la speranza di quella vita felice e serena a cui ha diritto ogni bambino. Bastano 15, 30 o 50 euro per fare subito qualcosa per bimbi che, senza nessuna colpa, hanno davanti a loro solo do­lore.

Sono certo che non resterà insensibile alla sofferenza dei bambini! La ringrazio di cuore e le auguro un Buon Natale!

Patrizio Paletti,

Presidente Fondazione “L’Albero della vita” onlus

P.S. Le abbiamo allegato alcuni dei nostri biglietti di Natale. I nostri bambini li hanno scelti apposta per lei per ringraziarla della sua donazione!».

torna all’indice del Bollettino 01-02/2009