Torino e il Piemonte sono state a febbraio al centro dell’attenzione mondiale per le Olimpiadi invernali, cui sono seguite le Paralimpiadi, che hanno messo in evidenza la tenacia e l’impegno di tanti atleti disabili.
Pubblichiamo la testimonianza di una mamma, socia dell’Anfaa, che ha vissuto in un modo molto “speciale” le Paralimpiadi, attraverso l’ esperienza del figlio.
La nostra avventura delle Paralimpiadi inizia quando nostro figlio viene scelto per rappresentare l’atleta del futuro nella cerimonia di apertura delle manifestazioni paralimpiche, ed è lui, insieme ad un atleta del passato e all’atleta del presente, Leo, a ricevere la fiaccola in arrivo da Roma a Torino.
Da sempre credo che ogni avvenimento non sia mai così casuale e mi commuovo pensando che anche lui è arrivato da una lontana città a Torino, ha percorso, a quattro anni, una lunga strada prima di arrivare da noi, con un grave handicap fisico ed un bagaglio già gonfio di abbandoni e sofferenze …
Non lo dimenticherò mai, emozionato, con quella fiaccola così ricca di significati fra le mani,che ride con gli occhi e si guarda intorno incredulo di essere stato scelto come simbolo di un futuro di speranza.
Com’è difficile per noi, genitori diversamente abili, pensare al domani dei nostri figli, immaginare il giorno in cui non saremo più accanto a loro per sorreggerli, per aiutarli a muoversi in ogni situazione che il loro corpo richiede…
…E allora ecco che lo sport diventa la possibilità di riscatto, un occasione dove si può vedere quanto la forza non sia mai violenza, ma sia un insieme di volontà, di fede verso di sé, fede verso la vita, di coraggio, e anche di sfida verso tutti quei modelli di inconscio collettivo che abbiamo per definire la perfezione, la bellezza e tutte quelle stupidaggini da cui siamo continuamente bersagliati
Nostro figlio ha una lesione della colonna relativamente bassa e questo gli ha permesso da subito di sperimentare il nuoto come possibilità riabilitativa ma anche ricreativa, inserito in gruppi di bambini normodotati nei corsi base di una piscina.
Impara a nuotare molto bene, si tuffa con facilità, riemerge e poi, subito sparisce per percorrere nell’acqua gli spazi che normalmente riempie con le ruote.
Chiudo gli occhi e tocco con mano l’emozione di quando lascio la carrozzina sul bordo della piscina o sul bagnasciuga della spiaggia mi sembra quasi di restituirgli quella libertà che la spina bifida gli ha rubato.
Poi, alcuni anni fa, l’incontro casuale con Ciccio Mancuso tra gli stand di Cioccolatò, anche lui con le sue ruote e un carattere inossidabile.
Da qui all’invito in palestra per conoscere la sua squadra il passo è breve.
E’ un amore a prima vista, e il gioco di squadra e l’incontro con altri ragazzi che hanno difficoltà motorie simili più grandi o più lievi non importa, è importante esserci.
L’impegno è notevole: due pomeriggi alla settimana, e commettiamo l’errore di concederlo come premio o castigo in cambio dell’impegno scolastico….. Fallimento totale!!!
Mettendoci in discussione riusciamo a capire che nostro figlio non accetta e non comprende il significato di regole imposte, ma se il basket diventa un “suo” impegno può trasferire le stesse strategie di correttezza, rispetto, puntualità e quel giusto grado di competitività anche nell’ambito scolastico e relazionale.
L’intuizione è esatta, il suo soprannome diventa “speedy”, dovuto a quella prontezza e sfrontatezza che ha nel cercare il canestro, con lo sguardo e con la mano lanciata verso l’alto, a dispetto di tutte le volte che ha dovuto abbassare gli occhi. In alto, verso il futuro….
E’ lo stesso sguardo che abbiamo riconosciuto negli atleti incontrati durante i giochi paralimpici, persone che hanno saputo dare un senso alla loro diversità e con il loro modo di affrontare la vita ci hanno insegnato il senso delle scelte, delle situazioni che a volte appaiono così misteriose e con la loro testimonianza hanno riempito di speranza tutti quelli come Fabrizio che hanno partecipato con entusiasmo tra gli spalti per gridare al mondo che la diversità può essere una ricchezza per tanti.
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