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Alla presenza di oltre 350 partecipanti il 21 ottobre 2005 si è tenuto a Torino il convegno “Il diritto di tutti i bambini fin dalla nascita alla famiglia e prevenzione dell’abbandono”, organizzato dall’Associazione promozione sociale e dall’Assessorato alla solidarietà sociale della Provincia di Torino, con il patrocinio della Città di Torino e dell’Assessorato al Welfare e lavoro della Regione Piemonte.

In una situazione in cui molti dei diritti dei bambini appaiono labili e scarsamente esigibili, scopo del convegno è stata l’individuazione, sulla base delle pluriennali esperienze realizzate nel nostro Paese, degli atti occorrenti per garantire interventi idonei a: prevenire gli abbandoni che mettono in pericolo la vita dei neonati; evitare gli infanticidi; fornire alle gestanti le prestazioni necessarie perché possano assumere con la massima responsabilizzazione possibile le decisioni circa il riconoscimento o il non riconoscimento dei loro nati (ogni anno in Italia nascono circa 400 minori non riconosciuti); garantire ai minori, con particolare riguardo a quelli in condizioni di disagio, le prestazioni previste dalle leggi 184/1983 e 149/2001 per la loro migliore crescita possibile (sostegno al nucleo familiare di origine, adozione, affidamento a scopo educativo, comunità, a seconda delle situazioni).

Al fine di evitare gli infanticidi e gli abbandoni che mettono a repentaglio la sopravvivenza dei bambini, le vigenti disposizioni di legge (v. l’allegata nota giuridica) attribuiscono a tutte le donne tre importanti diritti: garanzia del segreto del parto, scelta se riconoscere o meno come figlio il proprio nato, informazioni esaurienti, comprese quelle relative alla possibilità di un periodo di riflessione successivo al parto in merito alla decisione concernente il riconoscimento.

Il convegno è stato promosso anche nella prospettiva di costruire un sistema di iniziative permanenti di “Gemellaggio sociale” che metta in relazione istituzioni, enti pubblici e organizzazioni private con l’obiettivo di assicurare diritti esigibili anche ai cittadini in difficoltà, per quanto concerne le loro esigenze fondamentali di vita.

Preso atto delle competenze attribuite alle Province dalla legge 2838 del 1928, richiamate dal 5° comma dell’articolo 8 della legge 328/2000, le questioni importanti, su cui lavorare sono le seguenti:

1. il trasferimento ai Comuni delle funzioni riguardanti l’assistenza ai minori nati fuori del matrimonio, nonché quelle assegnate alle Province dalla legge di scioglimento dell’Onmi. Inoltre, sarebbe auspicabile che detto trasferimento venisse effettuato anche nei confronti dei soggetti (adulti e minori) definiti dal regio decreto 383/1934 “ciechi e sordi poveri rieducabili” in modo da eliminare l’odiosa separazione delle competenze relative ai nati nel o fuori dal matrimonio e l’assurda distinzione fra ciechi e sordi “poveri rieducabili” e gli altri soggetti colpiti da handicap sensoriale ma non in condizione di povertà;

2. la predisposizione di servizi (almeno uno per ciascuna Regione con un numero limitato di abitanti; per la Regione Piemonte l’Assessore Migliasso ne ipotizza tre) altamente specializzati in grado di fornire alla gestanti le prestazioni necessarie perché possano assumere le decisioni circa il riconoscimento o il non riconoscimento dei loro nati. Detti servizi, istituiti dai Comuni singoli o associati preposti alla gestione delle attività socio-assistenziali, dovrebbero assicurare, occorrendo, anche accoglienze residenziali per le donne, specialmente quelle giovanissime anche di 13-14 anni, espulse dal loro nucleo familiare;

3. le disposizioni per l’attuazione dei punti precedenti dovrebbero essere assunte mediante legge, come previsto dal 5° comma dell’articolo 8 della legge 328/2000.

Di particolare importanza il documento inviato ai partecipanti dall’On.Antonio De Poli, Assessore alle politiche sociali della Regione Veneto e Presidente del Coordinamento degli Assessori regionali preposti ai servizi socio-assistenziali, che si è impegnato a farsi portavoce in sede nazionale dell’esigenza della predisposizione di linee guida concernenti:

– l’attivazione delle iniziative di prevenzione da attuare attraverso campagne pubblicitarie anche a livello locale;

– l’individuazione degli atti necessari per garantire gli interventi occorrenti alle gestanti e alle madri in condizioni di disagio e ai loro nati;

– la definizione di percorsi formativi rivolti a tutti coloro che operano nel settore, affinché siano in possesso di una preparazione specifica riferita anche alle conseguenze negative a medio e lungo termine derivanti dai riconoscimenti forzati.

Segnaliamo che è in corso la predisposizione di un’ampia sintesi del convegno, che verrà pubblicata appena disponibile su Prospettive assistenziali.

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