Il 18 marzo ultimo scorso, il Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro per le pari opportunità Stefania Prestigiacomo ha approvato il disegno di legge “Norme per l’adozione internazionale e l’affidamento familiare” che contiene preoccupanti proposte di modifica dell’attuale normativa in materia di adozione e affido di minori stranieri.
Le principali modifiche proposte sono: l’eliminazione del preventivo accertamento dell’idoneità degli aspiranti genitori adottivi da parte dei servizi sociali, eliminazione motivata con la necessità di semplificazione della procedura onde poter dare risposta “alle istanze di un numero sempre crescente di famiglie e persone che manifestano la propria disponibilità all’accoglienza”; l’estensione ai minori stranieri residenti all’estero della possibilità di adozione “nei casi particolari” e l’introduzione di una regolamentazione dell’affidamento familiare internazionale motivata dalla necessità di dare risposta alle necessità emergenti anche a seguito di calamità naturali quali la recente tragedia dello Tsunami.
Siamo fortemente preoccupati per le ripercussioni gravissime che potrebbe avere l’approvazione di questo disegno di legge. Riteniamo infatti che:
– Eliminare l’accertamento preventivo dell’idoneità degli aspiranti genitori adottivi da parte dei servizi socioassistenziali e sanitari limitandolo ai soli giudici dei tribunali per i minorenni, significherebbe affidare il futuro dei bambini a strutture che soffrono di una cronica mancanza di personale e spesso prive di una specifica preparazione professionale nel campo psicologico-sociale.
Significherebbe inoltre privare le coppie del sostegno da parte dei servizi territoriali nella fase di informazione e formazione sugli aspetti fondamentali dell’adozione e dei bisogni reali dei bambini che versano in situazione di adottabilità. Sostegno che non può a nostro avviso essere delegato tout-court esclusivamente agli Enti autorizzati per l’adozione internazionale.
Non possiamo inoltre dimenticare che ci sono aspiranti genitori adottivi che purtroppo non sono idonei ad adottare, anche perché bisogna ricordare che vi sono numerosi bambini le cui condizioni di deprivazione hanno determinato gravi traumi e profonde ferite nella loro personalità e la loro accoglienza richiede la presenza di genitori profondamente motivati e preparati ad affrontare difficoltà anche notevoli. Intervenire con un sostegno dopo, ad adozione avvenuta, è troppo tardi!!!
Se approvata, questa modifica porterebbe inevitabilmente ad un aumento considerevole del numero dei fallimenti, con gravi ripercussioni sui bambini adottati e sui loro genitori;
– Estendere ai minori residenti all’estero la possibilità di adozione “nei casi particolari” (che non ha effetti legittimanti e che non presuppone necessariamente l’esistenza dello stato di adottabilità) farà venir meno le garanzie introdotte dalla legge n. 184/1983 allo scopo di stroncare il mercato dei bambini;
– La previsione degli affidi internazionali, motivati anche dalla necessità di rispondere alle esigenze dei bambini del sud est asiatico travolti dal maremoto del dicembre scorso, rappresenta una risposta sbagliata a un bisogno reale: in queste situazioni, vanno potenziate le iniziative a livello locale per sostenere le famiglie di origine e la comunità locale, per sviluppare sul posto adozioni e affidi attraverso anche un maggior impegno della cooperazione internazionale. Se utilizzato indiscriminatamente in queste situazioni, l’affidamento significherebbe uno sradicamento del bambino dal proprio contesto familiare e sociale. Questo è quanto è stato sostenuto anche dalle maggiori organizzazioni umanitarie operanti a tutela dei diritti dell’infanzia, anche a livello internazionale (v. sito www.anfaa.it alla pagina news).
Inoltre il ricorso all’affido internazionale potrebbe essere utilizzato per aggirare le norme sull’adozione e incrementare l’ancora, purtroppo, non del tutto stroncato mercato dei bambini.
E’ sbagliato infine a nostro avviso, pensare di assegnare le competenze su questi affidi ai giudici tutelari che hanno già dimostrato in passato di non essere quasi mai in grado di occuparsi adeguatamente dei minori istituzionalizzati su cui avrebbero dovuto vigilare ai sensi delle leggi 431/1967 e 184/1983.
Il disegno di legge governativo ora dovrà passare attraverso l’approvazione dei due rami del Parlamento: attualmente la discussione del testo è stata assegnata alle Commissioni riunite Giustizia e Commissione Speciale in materia di infanzia e di minori del Senato.
Forti contrarietà a questo disegno di legge governativo sono state espresse anche da Pasquale Andria, Presidente dell’Associazione italiana magistrati per i minorenni e la famiglia che, in un suo intervento ha sottolineato come con questo disegno di legge “si corra il rischio di adozioni meno garantite e meno trasparenti” e che “l’estromissione dei servizi rischia di svuotare di ogni significato la valutazione di idoneità”. (L’AIMMF ha approvato inoltre un documento di “Osservazioni sulle proposte di modifica della legge 476/98”, documento che pubblicheremo sul prossimo numero del Bollettino).
Osservazioni critiche sono state espresse anche dalla presidente dell’Ordine delle Assistenti Sociali, Paola Rossi e dal segretario dell’Ordine degli psicologi, Pierluigi Palma.
Sarà necessario attivare sollecitamente iniziative volte a diffondere le ragioni per le quali noi non concordiamo con queste proposte di modifica e a contrastare l’approvazione di questo disegno di legge. Potrete trovare notizia di queste iniziative sul nostro sito www.anfaa.it