Riportiamo una breve sintesi dell’introduzione del Rapporto 2005 redatto dall’Unicef sulla povertà dei bambini nei paesi ricchi. Il testo completo del rapporto e una documentazione di riferimento possono essere scaricati dal sito web del Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEF agli indirizzi www.unicef.org/irc e www.unicef-irc/org.
“Il presente rapporto 2005 sulla povertà infantile nei paesi ricchi prodotto dal Centro di Ricerca Innocenti dell’Unicef, rileva che nel mondo sviluppato la proporzione di bambini poveri è aumentata in diciassette dei ventiquattro paesi dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per i quali sono disponibili dati. Indipendentemente da quale dei parametri comunemente utilizzati per misurare la povertà si applichi, la situazione dei bambini risulta essere peggiorata negli ultimi dieci anni.
L’Unicef ritiene che invertire questa tendenza sia una priorità per i paesi dell’OCSE, Accettare l’esistenza della povertà, che nega ad un bambino le opportunità considerate normali dalla maggior parte dei suoi coetanei, significa violare la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Ifanzia, che quasi tutti i paesi OCSE si sono impegnati a rispettare. La riduzione della povertà infantile è anche una misura del progresso verso la coesione sociale, l’uguaglianza di opportunità, e un investimento sui bambini di oggi e sul mondo di domani.
La classifica dei paesi
Alle prime posizioni della nuova classifica della povertà infantile troviamo la Danimarca e la Finlandia, dove la proporzione di bambini poveri è attualmente inferiore al 3 per cento: In fondo alla classifica ci sono invece gli Stati Uniti e il Messico, paesi nei quali i tassi povertà dei bambini sono superiori al 20 per cento.
Questo divario è già in sé sufficiente a dimostrare un punto centrale di questo rapporto: che non c’è niente di inevitabile o di immutabile nei livelli di povertà infantile; questi riflettono le interazioni delle varie politiche nazionali con i mutamenti sociali e le forze del mercato. Perciò, l’esistenza di un rilevante divario tra i paesi è indice di un notevole margine di possibile miglioramento.
I principali progressi sono stati realizzati nei paesi nordici, tutti e quattro i quali hanno tassi di povertà infantile inferiori al 5 per cento. Questi sono seguiti da un vasto gruppo di paesi in posizione intermedia, con tassi tra il 5 e il 14 per cento, tra i quali troviamo tutti i più popolosi paesi europei ad eccezione dell’Italia (che ha il più alto tasso di povertà infantile in Europa).
Sotto a questo gruppo, troviamo cinque paesi: Regno Unito, Portogallo, Irlanda, Nuova Zelanda e Italia, tutti con tassi di povertà infantile eccezionalmente elevati (dal 15 al 17 per cento).”
Unicef, “Povertà infantile nei paesi ricchi, 2005”, Report Card Innocenti n.6, UNICEF Centro di Ricerca Innocenti, Firenze.
torna all’indice del Bollettino 01/2005 – Gennaio / Marzo 2005