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Sezione di Torino

Le nuove frontiere dell’affidamento

L’affidamento familiare dei minori stranieri in Italia è un fenomeno ancora di esigue dimensioni ma in continua crescita.

Le esperienze fino ad ora avviate – come anche evidenziato dal Coordinamento nazionale dei Servizi Affidi – dimostrano che il percorso dell’affidamento può essere una risposta anche per i bambini stranieri se viene impostato e preparato con tutta l’attenzione specifica che questo tipo di situazioni richiede.In particolare è emerso il ruolo centrale dei servizi socio-assistenziali nella realizzazione di questo intervento, nell’aiutare le famiglie d’origine e gli affidatari ad incontrarsi in un clima di rispetto, favorendo la conoscenza reciproca di usanze, tradizioni e religioni diverse. L’elemento culturale è il tratto distintivo di questo tipo di affidamento.

E’ stata ultimamente rilanciata anche la proposta di far nascere nuove disponibilità all’affidamento tra famiglie appartenenti alla stessa etnia del minore (affido omoculturale), soprattutto all’interno delle comunità inserite nella nostra città da più tempo, per meglio rispondere alle esigenze di questi bambini e dei loro famigliari.

L’Anfaa, con la collaborazione del Comune di Torino, ha organizzato il 27 gennaio scorso un seminario in cui sono stati approfonditi gli aspetti giuridici e sociologici di questa problematica per poi esplorare, con l’apporto di quanti operano in queste realtà, le possibili iniziative di sensibilizzazione e realizzazione di questi affidamenti.

Sono intervenuti Roberta Aluffi, Docente presso la Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Torino; Laura Marzin, Responsabile Ufficio minori stranieri del Comune di Torino; Liana Burlando, responsabile del Progetto affido del Comune di Genova, rappresentante del cnsa (Coordinamento nazionale dei Servizi Affidi).Famiglie affidatarie di minori stranieri hanno presentato le loro interessantissime esperienze.Una Tavola rotonda con mediatori culturali, rappresentanti di associazioni e con la partecipazione di Luciano Tosco, Coordinatore Politiche Socio-Sanitarie e Settore Minori del Comune di Torino ha concluso il seminario.

Gli atti del seminario saranno curati dall’Anfaa. Ve ne daremo notizia!

L’adozione e l’affidamento si imparano anche a scuola

Com’è noto il numero di alunni con situazioni personali e familiari particolari – tra cui i minori adottati o in affidamento – è decisamente cresciuto nella scuola italiana, insieme alle problematiche educative connesse alla convivenza multiculturale e interrazziale. Tutti i bambini devono poter godere di una socializzazione appropriata: lo stereotipo che rappresenta la famiglia basandola sui soli legami biologici può e deve essere superato, rispettando la storia personale di ognuno di loro.

Su questi argomenti la sezione di Torino ha organizzato due incontri pubblici, molto parte-
cipati, dal titolo “Come parlare di adozione a scuola“.

Al primotenutosi l’11/12/2004, sono intervenute: Paola Campana, giornalista Rai; Marisa Pavone, docente di didattica e pedagogia speciale presso l’Università degli Studi di Torino eLuisa Alloero, insegnante e Claudia Roffino, insegnante e figlia adottiva.

Il 22/1/2005 hanno approfondito il tema “Come parlare di affidamento a scuola“, Maria Teresa Martinengo, giornalista La Stampa; Emilia De Rienzoinsegnante, co-direttore della collana “Persona e Società. I diritti da conquistare”, Utet Libreria e Stani Scuteri, ex affidato.

Nel corso di questi due incontri sono state presentati i libri “Siamo tutti figli adottivi” e “L’affidamento si impara a scuola” contenenti unità didattiche che parlano di filiazione e di genitorialità, privilegiando i rapporti affettivi e formativi rispetto a quelli cosiddetti “del sangue”, mettendo in primo piano il diritto di tutti i bambini, compresi quelli in situazione di handicap, a crescere in una famiglia e in un contesto accogliente. Le unità didattiche suggerite stimolano la sensibilità sociale dei ragazzi sui problemi dell’infanzia con difficoltà familiari o in stato di adottabilità, confermando così che il sistema scolastico può anche farsi carico di alcuni aspetti dell’educazione sociale e familiare.

 

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