Domenica 18 settembre si è svolta la Festa cittadina delle famiglie affidatarie, presso Le Serre di Grugliasco. La mattinata, come di consueto destinata allo scambio e dialogo, ha visto alternarsi vari interventi – introdotti e coordinati dalla dottoressa Patrizia Ingoglia – intorno alla tematica della continuità degli affetti per i bambini in affido, analizzando alcune criticità riscontrate nell’applicazione della legge 173 del 2015.
L’assessora Sonia Schellino ha manifestato interesse per la tematica dell’affido, ha ringraziato le famiglie affidatarie per il proprio impegno, prospettando spazi di collaborazione anche con l’assessore Marco Giusta, anch’egli presente, con delega per le famiglie, il quale ha anticipato la necessità di un tempo di studio e ascolto prima degli interventi futuri.
L’assessora ha fornito alcuni dati sulle numerose famiglie affidatarie della città[1], ricordando le differenti finalità dell’affidamento familiare e dell’adozione, ribadendo che gli affidatari si rendono disponibili per l’accoglienza quale scelta volontaristica, senza aspettative adottive: esemplari al riguardo le esperienze delle famiglie affidatarie del progetto neonati del Comune di Torino o del Progetto Cicogna, per i neonati non riconosciuti che nel giro di pochi giorni incontrano la loro futura famiglia adottiva.
La legge sulla continuità degli affetti dei bambini in affidamento non si limita ad affermare la possibilità che un minore affidato, se dichiarato adottabile, possa essere adottato dagli affidatari, ma sottolinea anche la necessità di assicurare, nel suo interesse, «la continuità delle positive relazioni socio-affettive consolidatesi durante l’affidamento» con gli affidatari anche quando egli «fa ritorno nella famiglia di origine o sia dato in affidamento ad un’altra famiglia o sia adottato da altra famiglia». Inoltre si sottolinea il riconoscimento del ruolo degli affidatari, che i giudici minorili debbono necessariamente convocare, pena la nullità del provvedimento, prima di decidere sul futuro dei minori.
Paola Ricchiardi, affidataria e professore associato presso il Dipartimento di filosofia e scienze dell’educazione dell’Università degli studi di Torino ha sottolineato come la scuola sia il problema numero uno del minore affidato e delle famiglie affidatarie generando delle tensioni all’interno della famiglia. Ecco le ragioni del convegno organizzato dall’Anfaa in collaborazione con il Comune di Torino e la Regione e del questionario sull’inserimento scolastico dei minori affidati ed adottati inviato alle famiglie affidatarie, i cui risultati verranno illustrati nel corso del convegno del prossimo 22 ottobre ( v. programma preliminare). Obiettivo del convegno rivolto innanzitutto agli insegnanti è quello di promuovere una maggiore consapevolezza verso le problematiche all’”interno” e all’”esterno” del minore affidato, illustrando anche una proposta di “Linee di indirizzo per l’inserimento scolastico dei minori affidati”. Saranno anche illustrate le linee di indirizzo per l’inserimento dei minori adottati e le esperienze raccontate dalle famiglie e dagli insegnanti in ambito scolastico.
La dottoressa Gamba ha presentato una realtà di luci e ombre (la realtà) nell’applicazione della nuova legge sulla continuità degli affetti presso i servizi, osservando che in taluni casi gli operatori stanno già sperimentando modalità che assicurano la continuità degli affetti accompagnando il minore verso il rientro nella propria famiglia di origine o nella famiglia adottiva (con azioni che favoriscano la continuità degli affetti con il contesto precedente), in altri casi invece si applica un concetto oramai superato quale è la “decantazione affettiva” che isola il minore rispetto alla realtà affettiva precedente, collocandolo in una comunità di tipo familiare.
La dottoressa Baiona, a nome delle ASL del territorio torinese ha evidenziato come debbano essere salvaguardati e preservati i legami affettivi che si creano durante l’affidamento e che rappresentano il “capitale umano” su cui i minori accolti possono contare anche in futuro;ha anche rilevato la responsabilità di cui sono investiti gli affidatari nello stabilire nel rapporto col minore una giusta ”distanza”, tenuto conto proprio che l’affidamento ha finalità diverse da quelle dell’adozione.
Frida Tonizzo ha presentato a nome delle associazioni che partecipano al Tavolo di confronto col Comune di Torino sull’affidamento il contributo inviato in merito all’ascolto degli affidatari ai componenti del gruppo di lavoro interistituzionale che la Direzione Inclusione Sociale della Regione Piemonte ha attivato per integrare, a seguito all’entrata in vigore della L.173 /2015, la DGR n.27-4956 del 28.11.2012, che già conteneva delle indicazioni relative al passaggio dei minori affidati dichiarati adottabili nella loro futura famiglia adottiva. Ha segnalato però anche la realtà di alcuni affidatari che, avendo chiesto aiuto per tutelare la continuità affettiva dei minori da loro accolti rientrati nella loro famiglia di origine, hanno subito un’interruzione dei rapporti decisa dagli operatori, senza nessuna valida motivazione se non quella che i genitori non fossero pronti o fossero contrari, lasciando trascorrere mesi senza contatti, oppure sospendendo ogni rapporto e rinviando la decisione ai giudici, o ancora prevedendo addirittura il passaggio in comunità di un minore in vista del suo rientro nella famiglia d’origine ( per una presunta quanto inaccettabile “decantazione affettiva”…), negando qualunque rapporto del minore non solo con gli affidatari ma con tutte le persone con cui aveva costruito positivi rapporti nel corso del suo lungo affidamento. Frida Tonizzo ha evidenziato che la nuova legge ha riconosciuto il “diritto” del minore alla continuità degli affetti, proprio a tutela della sua sana crescita, perché i legami affettivi debbono essere preservati e non interrotti, mentre a volte chi opera confonde tale diritto con la richiesta di continuità degli affetti degli adulti.
Piera Dabbene ha presentato i programmi futuri di CASAFFIDO, di cui è responsabile: la redazione in collaborazione con la scuola Holden di un libro per dar voce alla famiglia d’origine, completando il quadro delle esperienze vissute dai protagonisti dell’affido, a seguito di quelle raccontate dalle famiglie affidatarie e dai soggetti istituzionali; la prosecuzione a partire dal 3 ottobre p.v. del gruppo di sostegno a favore delle famiglie affidatarie con una variazione d’orario, alle ore 18.30 anziché alle ore 21, presso Casaffido, e la prosecuzione del gruppo di sostegno a favore delle famiglie affidatarie del progetto neonati.
Alcuni affidatari hanno poi voluto render partecipe l’assemblea delle proprie esperienze e richieste, sia in merito al mancato rispetto da parte delle Istituzioni della normativa sulla continuità degli affetti, sia rispetto alle necessità, in fase processuale, di non esser precocemente o inopportunamente coinvolti nell’ipotesi adottiva, o ancora un intervento ha ribadito la necessità di un coordinamento degli affidi da parte di Casaffido, anziché una gestione autonoma e solitaria di ciascun servizio sociale.
E’ stata anche illustrata la proposta da parte delle famiglie-comunità di una supervisione specialistica per meglio fronteggiare le situazioni, sempre più complesse dei bambini e ragazzi da loro accolti.
Enzo Genco ha poi concluso i lavori della mattinata assumendo l’impegno a dare seguito alle istanze emerse anche nel corso del dibattito.
Piacevoli poi i momenti conviviali: il pranzo, tutti insieme, con tanti peluches omaggiati da CASAFFIDO e distribuiti ai bambini presenti e lo spettacolo del Circo.
( acura di Cosimo Cardea, Erminia Falcitelli , Valeria Moschese e Frida Tonizzo )
[1] I dati aggiornati sono disponibili sul sito di Casaffido (www.comune.torino.it/casaffido)