Speravamo di aver fermato con la presa di posizione del Garante su FESTA ITALIANA dello scorso anno gli appelli televisivi dei genitori biologici diretti a rintracciare i loro minori adottati, ma non è così, purtroppo! Di seguito trovate l’iniziativa immediatamente intrapresa dalla nostra associazione, con l’esposto presentato al Garante per la protezione dei dati personali e la conseguente risposta, il telegramma e la lettera inviata a “Chi l’ha visto?” a firma della Presidente Donata Nova Micucci
Questo è il link al sito di Chi l’ha visto relativo all’esposto: www.chilhavisto.rai.it/dl/clv/Dove_sei/ContentSet-58473ed0-0a54-4da4-bc56-4e291587d687.html
Lettera al garante per la Protezione dei dati personali
Nel corso delle puntate della trasmissione CHI L’HA VISTO? del 1° e 8 giugno è stato dato ampio spazio all’appello di una signora che rivendica il “diritto” di ritrovare la propria figlia, F. nata il …….. a ……. e adottata a due anni, sostenendo che le sarebbe stata sottratta improvvisamente e per sempre, senza alcun preavviso, mentre lei era al lavoro. Queste affermazioni gravissime e non veritiere (com’ è noto la procedura per l’accertamento dello stato di adottabilità di un minore è garantista e prevedeva allora ben quattro stadi di giudizio) sono state suffragate e sostenute dagli interventi della conduttrice Federica Sciarelli e degli altri giornalisti della redazione.
Nel corso della puntata di ieri sono intervenuti telefonicamente prima il nonno e poi il padre dell’adottata, rintracciati tramite l’appello televisivo.
Riteniamo che anche in questo caso – come avvenuto lo scorso anno con Festa Italiana – siano state palesemente violate le disposizioni previste e sanzionate dall’articolo 73 della legge n. 184/1983 e successive modificazioni, oltre a quelle relative alla privacy di cui al D.Lgs. 196/2003. Pertanto confidiamo vivamente in un tempestivo e determinante intervento di codesto Ufficio, affinché sia posta fine a questi appelli, che rischiano di sconvolgere in maniera irreversibile la vita dell’adottato e della sua famiglia.
Questi appelli stanno inoltre creando vivissime preoccupazioni negli adottati e nei loro genitori delegittimati nel loro ruolo di figli, madri e padri a tutti gli effetti.
Preoccupa inoltre l’attacco frontale al ruolo dei Servizi sociali e della magistratura minorile, presentati come “ladri di bambini” e che sono invece fondamentali per la tutela dei minori che subiscono incuria, abusi, maltrattamenti.
Nel restare a disposizione per ogni ulteriore approfondimento, ringraziamo per l’attenzione porgiamo i più deferenti saluti.
Torino, 9 giugno 2011
Donata Nova, Presidente nazionale Anfaa
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Questa la lettera del Garante inviata alla Rai e per conoscenza alla nostra Associazione in data 13 giugno 2011:
OGGETTO: Diffusione di informazioni relative a vicende adottive (rif. nCRT /BSj)
L’ANFAA (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie) ha comunicato a questo Ufficio di aver ricevuto una segnalazione nella quale le viene rappresentato che nel corso delle puntate del l° e 8 giugno del programma “Chi l’ha visto?” (RAITRE) sono stati trattati e diffusi dati personali relativi a rapporti adottivi che possono configurare una violazione del Codice in materia di protezione dei dati personali (d. lgs 30 giugno 2003, n.196), nonché della legge sull’adozione (L. 4 maggio 1983, n. 184 di disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori, modificata dalla L. 28 marzo 2001, n. 149) in quanto volti al rintracciamento di persone adottate contravvenendo alle procedure e ai limiti previsti dagli arti. 28 e 73 della legge medesima (cfr. allegato).
Alla luce di quanto sopra, si chiede ai soggetti in indirizzo di far pervenire le proprie osservazioni in merito e una registrazione delle puntate oggetto di segnalazione (sul sito si è potuto prendere visione solo della puntata dell’8 giugno nella quale peraltro viene trattato anche un altro caso di ricerca di persona adottata – oltre a quello segnalato all’ANFAA riguardante una minore).
Con l’occasione si fa presente che il Garante ha più volte rimarcato che le informazioni sulle vicende adottive godono di una speciale protezione nel nostro ordinamento (provv. 28 settembre 2005 doc. web n. 1180115, comunicati stampa del 28 novembre 2001 e del 5 maggio 2005, prov\’o 8 aprile e 6 maggio 2010, docc. web nn. 1718160 e 1718239 in www.garanteprivacy.it).
Inoltre, se il trattamento riguarda dei minorenni, sono previsti specifici limiti alla pubblicità di tali vicende (art. 50 del Codice in materia di protezione dei dati personali – d. lgs. 30 giugno 2003, n. 196, art. 7 del codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, all. A1 al Codice e la Carta di Treviso).
Si prega di far pervenire il riscontro e la documentazione richiesti entro il 28 giugno p.v., facendo comunque presente che questo Dipartimento resta a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
f.to il Dirigente Luigi Montuori
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Telegramma inviato da ANFAA a tutti i dirigenti RAI e lettera alla Redazione di “Chi l’ha visto?”:
SI DIFFIDANO I RESPONSABILI DELLA TRASMISSIONE TELEVISIVA ‘CHI L’HA VISTO?’ DAL PROSEGUIRE NELLE INIZIATIVE DIRETTE A CONSENTIRE A GENITORI D’ORIGINE IL RINTRACCIO DEI FIGLI ADOTTATI, IN QUANTO NON CONSENTITE IN VIRTU’ DELL’ARTICOLO 73 DELLA LEGGE 4/05/1983 N. 184. SI INFORMA A RIGUARDO CHE È STATO PRESENTATO ESPOSTO AL GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI.
Facendo seguito al telegramma inviato in data odierna, intendiamo precisare le motivazioni della nostra diffida.
Nel corso delle puntate del 1° e 8 giugno è stato dato ampio spazio all’appello di una signora che rivendica il “diritto” di ritrovare la figlia, F. nata il….a P e adottata a due anni, sostenendo che le sarebbe stata sottratta improvvisamente e per sempre, senza alcun preavviso, mentre lei era al lavoro.
Queste affermazioni – gravissime – della signora, sono state acriticamente fatte proprie e sostenute dalla conduttrice e dalla redazione, senza alcun accertamento in merito alla loro corrispondenza ai fatti reali e ignorando completamente il procedimento giuridico che porta alla dichiarazione dello stato di adottabilità di un minore,
L’adozione viene infatti pronunciata dai giudici dopo aver accertato che i minori siano «privi di assistenza morale e materiale da parte dei genitori o dei parenti tenuti a provvedervi», e che «la mancanza di assistenza non sia dovuta a cause di forza maggiore di carattere transitorio».
Date le notevoli e permanenti conseguenze della dichiarazione di adottabilità, il legislatore ha giustamente previsto varie disposizioni, dirette ad evitare l’ingiustificata sottrazione dei minori dai loro nuclei d’origine, e relative:
– alla segnalazione all’autorità giudiziaria minorile dei fanciulli presumibilmente dichiarabili in stato di adottabilità;
– ad accertare l’effettiva situazione dei minori ed i loro rapporti con il nucleo familiare di origine;
– a consentire non solo ai genitori del minore ma anche agli altri congiunti che hanno avuto rapporti significativi con lo stesso di essere sentiti durante il procedimento riguardante la dichiarazione di adottabilità, nonché di opporsi alla decisione del Tribunale per i minorenni ricorrendo alle Corti d’appello e di cassazione. (Prima della modifica legislativa del 2001 era previsto anche il ricorso presso lo stesso Tribunale per i minorenni).
A questa procedura, garantista di tutte le parti coinvolte nel procedimento adottivo, nel corso della trasmissione non si è fatto alcun cenno; al contrario, violando palesemente le disposizioni previste e sanzionate dall’articolo 73 della legge n. 184/1983 e successive modificazioni oltre a quelle relative alla privacy di cui al D.Lgs. 196/2003, sono state ampiamente diffuse informazioni che hanno reso, anche da parte di terzi, identificabile l’adottata, incuranti di mettere così a repentaglio la sua serenità e quella della sua famiglia.
Questi appelli stanno creando vivissime preoccupazioni negli adottati e nei loro genitori delegittimati nel loro ruolo di figli, madri e padri a tutti gli effetti.
Le affermazioni della conduttrice e degli altri giornalisti, in merito ai legami tra genitori e figli, rivelano anche una profonda arretratezza culturale, in quanto ancora ancorate ad un concetto di genitorialità e filiazione quale atto preminentemente biologico e non basato sul determinante rapporto affettivo ed educativo che giorno dopo giorno i genitori costruiscono con i loro figli, adottivi e non.
Riteniamo inaccettabile inoltre il duro e costante attacco al ruolo dei servizi sociali e della magistratura minorile, presentati, anche in precedenti vostre trasmissioni, come “ladri di bambini”. e che sono invece fondamentali per la tutela dei minori che subiscono deprivazioni affettive, incuria, abusi, maltrattamenti.
Chiediamo pertanto che si ponga fine alla trattazione televisiva di questi appelli, non divulgando più alcun particolare che possa rendere ancora più identificabili dal pubblico televisivo, le persone coinvolte.
Torino, 13 giugno 2011
Donata Nova, Presidente nazionale Anfaa
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Queste comunicazioni sono state seguite dalla nota che la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni del Piemonte e della Valle D’Aosta unitamente all’Ufficio del Presidente del Tribunale stesso con l’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia Sezione del Piemonte, hanno inviato al Garante per la Protezione dei dati personali:
Oggetto: Denuncia di violazione dell’art. 73 – L. 149/01 e artt. 23, 50 e 167 D.Ivd 196/2003 da parte della R.A.I. nella trasmissione “Chi l’ha visto” dell’1 e 8 giugno 2011.
Nel corso delle puntate della trasmissione CHI L’HA VISTO? dell’1 e 8 giugno è stato dato ampio spazio ad una signora che rivendicava il “diritto” di ritrovare la propria figlia della quale venivano fornite generalità precise atte ad identificarla da parte di chiunque fosse in ascolto, senza che la redazione o la conduttrice ponessero attenzione al fatto che l’interessata non avesse in alcun modo consentito al trattamento dei propri dati e che, essendo intervenuta in favore della ragazza un’adozione legittimante, la donna presente in trasmissione avesse perso ogni potere autorizzatorio alla divulgazione dei dati della ragazza sin dal momento dell’adozione medesima.
Fatto particolarmente grave, questo, tenuto conto del fatto che, essendo la conduttrice Federica Sciarelli venuta a conoscenza, in ragione del proprio ruolo di dipendente della televisione pubblica, dei dati utili per il rintraccio della ragazza, li aveva divulgati in aperta violazione dell’art.73 L. 149/01.
Pertanto, impregiudicata ogni ulteriore azione, anche penale, confidiamo vivamente in un tempestivo e determinante intervento di Codesto Ufficio, affinché sia posta fine all’utilizzo della televisione pubblica quale strumento per la persistente violazione di leggi che sono deputate ad impedire la realizzazione di danni gravissimi nella vita di persone che abbiano affrontato l’esperienza dell’adozione. Danni tutti risarcibili ex art. 15 D.Ivd cit.
In ogni modo, Il diritto di conoscere le proprie origini è garantito dalla legge 149/01 esclusivamente all’adottato, nelle condizioni e con le modalità previste dalla medesima norma e nel caso in esame la ragazza adottata non aveva ritenuto di esercitare tale diritto.
Torino, 20 giugno 2011
f.to Il procuratore della Repubblica Dr. A.M. Baldelli
f.to Il Presidente Dr. F. Villa
Segretario della Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia-Sezione del Piemonte
f.to Il Sost. Procuratore della Repubblica Dr. F.D’Errico