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Sabato 30 aprile 2011, ci ha lasciati il nostro amico Giancarlo Lesmo.

Riportiamo qui di seguito il telegramma inviato alla famiglia a nome della Presidente, dei Consiglieri e dei soci tutti dell’ANFAA:

Profondamente addolorati dalla notizia della scomparsa di Giancarlo, per lunghi anni consigliere nazionale ANFAA e Presidente della Sezione Lombarda e di Monza e Brianza, ci stringiamo con un forte abbraccio alla sua amata Bianca e ai cari figli Laura e Don Alberto. Nei suoi lunghi anni di impegno associativo ha apportato costantemente il suo prezioso contributo di operosità feconda, basata sull’attenzione e sul rispetto dell’altro. Ricordiamo con affetto la lucidità dei suoi ragionamenti, la robustezza dei suoi valori che l’hanno sostenuto durante tutta una vita spesa sempre “dalla parte dei bambini” e di tutti gli ultimi. Il suo luminoso esempio rimarrà vivo dentro tutti noi e ci accompagnerà nella nostra vita associativa”.

Di seguito il ricordo inviatoci dal figlio, Don Alberto:

Celebrando i funerali del mio papà, Giancarlo, ho trovato uno suo scritto, una lettera all’ANFAA, scritta al compiersi del suo 80° compleanno.

Lì ho ritrovato le motivazioni profonde che hanno spinto il mio papà ad impegnarsi con tanta passione nell’ANFAA.

Le stesse parole le ho citate nella predica, come se parlasse lui ancora una volta a tutti noi:

Per prima cosa in segno di riconoscenza: se ho cercato di dare qualcosa all’associazione, anch’essa mi ha dato forse di più, a me stesso e alla mia famiglia, in arricchimento morale e sociale.

Inoltre ho sempre sottolineato in ogni occasione che la famiglia adottiva e affidataria deve essere aperta se vuole assolvere la sua funzione educativa in modo corretto, in particolare in un mondo come l’attuale dove l’egoismo è diventato l’unica ragione di vita. Abbiamo, come famiglia, cercato di concretizzare il concetto di servizio che l’ha sempre caratterizzata, attraverso i suoi membri. A titolo personale non ho mai cercato cariche o responsabilità, ma non le ho mai rifiutate quando mi sono state proposte, cercando di fare il possibile con le mie capacità, nel Sindacato, nel sociale, nella Chiesa, nelle amministrazioni pubbliche, in politica, ma soprattutto nel Volontariato gratuito e disinteressato dal punto di vista carriera e guadagno.

Questo mi ha sempre più convinto di essere una parte della Società e di appartenervi non solo per rivendicare diritti, ma anche per assumere i doveri che questa appartenenza comportava e dei conseguenti obblighi. Ciò mi ha sempre più convinto che aprire la famiglia attraverso l’adozione o l’accoglienza in affido di un minore a cui la Società ha negato il diritto a una famiglia non rappresenta una buona azione, né un’opera di carità soltanto cristiana: ma un dovere sociale: se la società attraverso i suoi membri, ha negato a dei bambini ciò che per legge a loro spettava, ho sentito sempre più questa scelta come impegno di restituzione; come membro della stessa società restituire loro ciò che per responsabilità sociale era stato tolto: la famiglia.

Vorrei che si meditasse su questo aspetto della realtà adottiva … forse avremo più generosità e più perseveranza ad uscire dal proprio piccolo mondo familiare per rendere a chi non ha avuto, qualcosa del tanto che non solo per merito nostro abbiamo avuto.

Concludo inviando a tutti i migliori saluti, con l’augurio di poterci ancora incontrare nel corso delle attività della Sezione e degli appuntamenti per convegni e iniziative varie. Chiedo scusa se in qualche occasione ho offeso o contraddetto qualcuno oppure ho omesso qualcosa”.

A queste parole così belle ho anche aggiunto le parole di un testo a cui era particolarmente affezionato, e con queste parole mi ricordo che seppe incantare anche negli anni della scuola superiore tantissimi ragazzi quando si presentò e divenne Presidente del Consiglio d’Istituto della scuola che frequentavo:

“I vostri figli non sono i vostri figli.Sono i figli e le figlie della vita stessa.Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi,e non vi appartengono benché viviate insieme.Potete amarli, ma non costringerli ai vostri pensieri,poiché essi hanno i loro pensieri.Potete custodire i loro corpi, ma non le anime loro,poiché abitano case future, che neppure in sogno potrete visitare.Cercherete d’imitarli, ma non potrete farli simili a voi,poiché la vita procede e non s’attarda su ieri.Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono scoccate lontano.L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero infinito, e con la forza vi tende,affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.In gioia siate tesi nelle mani dell’Arciere,poiché, come ama il volo della freccia, così l’immobilità dell’arco”.

Più recentemente ho saputo che leggeva con tanta gioia le parole che ho messo sull’informatore parrocchiale della parrocchia dove ora sono a fare il parroco:

“Sorridi, senza una ragione
Ama, come se fossi un bambino
Sorridi, non importa cosa dicono
Non ascoltare una parola di quello che dicono
perché la vita è bella così.

Lacrime, un’ondata di lacrime
Luce, che lentamente scompare
Aspetta, prima di chiudere le tende
C’è ancora un altro gioco da giocare
e la vita è bella così.

Non dimenticheremo i nostri dolori
e penseremo ad un giorno più allegro
perché la vita è bella così.
C’è ancora un altro gioco da giocare
e la vita è bella così.

Beautiful That Way (La Vita è Bella)

Sono felice del dono della vita e del fatto che fare della vita un dono è la gioia più grande che ci possa capitare”.

Il telegramma che l’ANFAA ha mandato ed è stato letto in chiesa è stato un grande grazie dell’Associazione a Giancarlo, ma penso che lui così credente e così rispettoso del prossimo, senza fare distinzioni di credo religioso, politico, guardava al cuore lui delle persone, sentendo quelle parole avrebbe voluto lui ringraziare voi perché gli avete permesso di dedicarsi con passione a ciò in cui credeva: un mondo più giusto, più solidale, più bello per tutti in particolare per chi è più piccolo, un qualcosa di profondamente evangelico, un seme d’amore vissuto da tutti voi.

Vi ringrazio anche a nome dei miei famigliari per il vostro affetto e la vostra vicinanza, sapremo fare tesoro di questa amicizia che ci lega nel ricordo grato del papà.

Don Alberto Lesmo

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