Positivo provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali a tutela della genitorialità e DELLA filiazione adottiva
Il 18 marzo 2010 l’Anfaa ha scritto al Garante per la protezione dei dati personali chiedendo il suo autorevole intervento «a seguito delle allarmate segnalazioni pervenute a questa Associazione da figli e genitori adottivi a seguito della partecipazione di genitori d’origine di adottati alla trasmissione televisiva “Festa italiana”, in onda su Rai Uno dalle ore 14 alle ore 16, nella sezione “ti cerco”. Essi ricercano, a distanza anche di anni, citando nomi e circostanze precise (data e luogo di nascita, caratteristiche fisiche, ecc.) quelli che sono diventati, attraverso l’adozione, figli legittimi dei genitori scelti per loro dal Tribunale per i minorenni a seguito di un procedimento che ne ha accertato lo stato di adottabilità.
La ricerca riguarda sovente adottati che hanno subito, anche per anni, deprivazioni, abusi e maltrattamenti, che li hanno anche profondamente segnati e che solo attraverso le amorevoli e continue cure dei genitori adottivi sono riusciti a superare, ma che hanno lasciato in loro cicatrici non cancellabili. Ovviamente di tutto questo non si parla nella trasmissione, gli appelli lanciati da quanti intervengono in trasmissione presentano la “loro” versione dei fatti (che vede sovente presentati come “colpevoli” dell’adozione gli operatori ed i giudici minorili).
la conduttrice invita a segnalare notizie utili al loro rintraccio ad un numero verde, riportato in sovraimpressione sullo schermo. Per raggiungere lo scopo la redazione ci risulta ricorra anche a metodi discutibili».
Nella lettera l’Anfaa, dopo aver ricordato i metodi decisamente inaccettabili talvolta adottati dalla redazione della trasmissione (1), richiamava anche l’esposto dell’avv. Francesca Ichino Pellizzi, relativo ad un appello lanciato dalla genitrice durante la trasmissione del 10 marzo 2010, alla ricerca, dopo tanti anni, della figlia.
Sulla stessa vicenda ha inviato un esposto al Garante anche il Presidente del Tribunale per i minorenni di Genova Adriano Sansa.
Ritenendo che in questi casi fossero state violate le disposizioni previste dall’articolo 73 della legge n. 184/1983 oltre a quelle relative alla privacy l’Anfaa chiedeva l’intervento del Garante per far cessare questi appelli, che stavano creando gravissime preoccupazioni ed angoscia nei destinatari e nei loro genitori.
L’Anfaa ha nuovamente segnalato il 2 aprile 2010 al Garante che «in altre due puntate è stata reiterata l’illecita pratica di rintraccio di persone che grazie all’istituzione dell’adozione, da minorenni sono stati collocati in una famiglia e hanno avuto un papà ed una mamma che si sono presi cura di loro e di cui sono diventati figli a tutti gli effetti. Nella puntata del 30 marzo 2010 è stato presentato il caso di una ragazza che cercava il fratello biologico collocato in adozione all’età di sei mesi; contestualmente, secondo la modalità già segnalata, in sovrimpressione scorreva un appello in cui si invitava chiunque avesse informazioni utili a mettersi in contatto con la redazione del programma tramite il numero verde indicato. La medesima circostanza si è verificata nella puntata del 1° aprile; una donna adottata in ricerca della sorella minore a sua volta adottata da un’altra famiglia ha addirittura fornito data e luogo di nascita e l’indicazione della regione di provenienza della famiglia adottiva. In questa puntata, oltre al solito appello nei sottotitoli, è stato anche mandato in onda un filmato con le immagini della minore risalenti al periodo precedente l’inserimento in famiglia adottiva».
In data 8 aprile 2010 il Garante per la protezione dei dati personali ha emesso un importante provvedimento in cui, dopo aver riassunto i fatti sopra esposti, ha preso atto degli impegni assunti dalla Rai di « non diffondere ulteriormente la puntata di “Festa italiana” del 10 marzo nella parte relativa alle vicende adottive in essa trattate» e di bloccare temporaneamente «ogni ulteriore trattamento –compresa l’eventuale diffusione on line – delle informazioni relative alle vicende adottive trattate nelle puntate del 30 marzo e 1° aprile 2010 della trasmissione». Ha quindi raccomandato «a Rai S.p.a. – considerata la già evidenziata delicatezza dei profili coinvolti da vicende quali quelle rappresentate nelle segnalazioni – di prestare particolare attenzione al rispetto delle (…) disposizioni in materia di adozione e, in particolare, di astenersi dal diffondere, in relazione a storie di genitori biologici e figli adottivi, i nomi veri, le reali date di nascita, immagini e altre informazioni idonee a permettere l’identificazione delle persone oggetto di eventuale ricerca, in contrasto con le garanzie di cui agli artt. 27 e 28 della (…) legge 4 maggio 1983, n. 184».
In data 6 maggio 2010, rilevato che, successivamente all’adozione del provvedimento di blocco e in pendenza dell’istruttoria, nella puntata di “Festa italiana” del 13 aprile sono stati trattati nuovamente dati personali attinenti alla vicenda adottiva raccontata nel corso della puntata del 30 marzo, essendo stato documentato il ritrovamento della persona cercata e l’incontro tra quest’ultima e la sorella e la madre biologica che lo cercavano, il Garante ha emesso un ulteriore provvedimento che riprende in fatto ed in diritto l’intera vicenda, e, rispetto al precedente, «dispone di avviare un autonomo procedimento in relazione alle conseguenze previste dall’articolo 162, comma 2 ter del Codice in materia di protezione dei dati personali (decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196) per l’inosservanza del provvedimento del Garante dell’8 aprile 2010, nonché di segnalare il caso all’autorità giudiziaria per le valutazioni di competenza alla luce di quanto previsto dall’articolo 170 del Codice citato».
L’Anfaa ringrazia sentitamente il Garante perché questo provvedimento rappresenta un sicuro riferimento per la tutela della privacy delle famiglie adottive e delle relazioni affettive ed educative che, attraverso l’adozione, si costruiscono fra genitori e figli.
Si segnala inoltre che è stato presentato dall’Anfaa il 22 marzo 2010 un esposto al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, affinché verifichi «se nelle condotte poste in essere dai responsabili della trasmissione televisiva “Festa italiana” non siano ravvisabili estremi penali perseguibili dal reato previsto e punito dall’articolo 73 della legge 4 maggio 1983 n. 184, così come modificato dell’articolo 36 della legge 28 marzo 2001 n. 149».
(Testo che sarà pubblicato nel Notiziario Anfaa
sul n. 170 di Prospettive Assistenziali)
(1) Vedasi al riguardo il “Notiziario Anfaa” pubblicato sul n. 166/2009 di Prospettive assistenziali.