IL SUONO DI MILLE SILENZI
UNA VOCE che chiede di essere ascoltata. Un turbine di tormenti e conflitti. La lotta coraggiosa di una bambina contro il destino a cui vorrebbero inchiodarla.
Emma La Spina ha quarantotto anni, vive in Sicilia e dice:”Ho scritto spinta da un autentico bisogno interiore. Le mie vicende e quelle delle mie compagne di sventura, sembrerebbero accadute in un passato lontanissimo, oppure in paesi remoti….Ho scritto per spalancare porte per troppo tempo rimaste chiuse, per illuminare camere buie, per far crollare muri cementati con l’indifferenza e l’ipocrisia. Ma soprattutto, ho scritto perché non sono mai riuscita ad urlarlo prima. Sono una delle mille bambine in silenzio nelle grandi stanze di un istituto.”
Il libro – edito da Piemme – è la testimonianza di una bambina vissuta in un istituto siciliano fino ai 18 anni. Il suo dramma attanaglia in particolare i sentimenti di chi, come noi, ha aperto le braccia e il cuore a un bambino facendolo diventare figlio legittimo con l’adozione o accogliendolo temporaneamente con l’affido. Emma non ha avuto la possibilità di ricevere l’affetto e le cure di una famiglia (sua madre:una donna fredda e dura che lei ha visto solo in rare occasioni), cure e amore che ogni bambino ha il diritto di avere.
Come associazione non abbiamo mai dimenticato questi bambini e abbiamo sempre lottato affinché non si ripetano situazioni come quelle del libro. Una delle ultime denunce, è stata fatta nel giugno 2007 con il comunicato stampa di cui diamo una sintesi:
“A margine della triste notizia relativa ai gravissimi maltrattamenti ed abusi subiti dai piccoli ricoverati in una comunità di Enna, vogliamo richiamare le responsabilità della Regione Sicilia, cui compete( come per tutte le altre Regioni) rilasciare l’autorizzazione preventiva al funzionamento delle strutture di ricovero per i minori, la definizione degli standard relativi ed i controlli sul loro funzionamento.
Con l’occasione segnaliamo anche le competenze, ampiamente disattese, dei Procuratori della Repubblica presso i Tribunali per i minorenni,su cui l’Anfaa ha effettuata una ricerca specifica.
Le conclusioni, pubblicate sul n. 157 della rivista Prospettive assistenziali, sono preoccupanti e sono state anche inviate lo scorso aprile al Ministro di Giustizia, sollecitando il suo intervento. Nessun riscontro è finora giunto all’Anfaa: c’è il rischio reale che continuino ad essere disattese da molte Procure le competenze loro attribuite, dalla cui attuazione dipende il futuro delle migliaia di minori ancora ricoverati ai quali viene negato il diritto a crescere in una famiglia.”
Chi di noi ha portato a compimento “il viaggio” per raggiungere il proprio figlio (nato da altri in terre lontane o vicine) conosce quanto possono pesare sull’evoluzione della personalità il vuoto affettivo e le vicissitudini vissute prima di essere accolti come figli.
Il bambino che non ha potuto beneficiare nei primi anni di vita di una presenza materna atta a favorire l’apparizione di legami di attaccamento (Bowlby propone il termine di “attaccamento” per designare il legame particolare che unisce il bambino alla figura materna), o a causa di rotture ripetute o ancora dell’incapacità della figura materna ad essere sensibile ai suoi bisogni, rischia di deviare poco a poco dalla relazione per diventare completamente staccato. Nella successiva fase di crescita del bambino il legame di attaccamento si trasforma in legame affettivo.
<dl><dt> L’attaccamento ed il legame affettivo permettono al bambino di crescere sicuro e fiducioso in sé stesso e nelle proprie capacità.</dt></dl>
Il ruolo del genitore adottivo è di “rigenerare” il figlio, del resto da studi e ricerche recenti è emerso che le esperienze sfavorevoli e le perdite durante l’infanzia non determinano in modo assoluto lo sviluppo della personalità a patto che esse siano seguite da esperienze veramente positive, in questi casi le esperienze negative precoci possono svanire o ridursi quasi totalmente.
Come genitori – sia adottivi che affidatari – dobbiamo pertanto essere coscienti che per accogliere un bambino o una bambino (in particolare se grandicelli o – anche – se giungono con l’adozione internazionale) è importante essere preparati al proprio compito.
Per questo nelle varie sezioni ANFAA sono predisposti gli incontri di gruppo, per aiutare chi si sta preparando al viaggio verso l’adozione e/o l’affido ma anche per sostenere con l’esperienza chi segue la crescita del proprio figlio o figlia. Sappiamo, grazie all’esperienza di tanti anni nell’associazione, quanto è di aiuto l’incontrarsi con altri genitori adottivi e/o affidatari con i quali è possibile condividere le ansie e le emozioni dei vari periodi di crescita del bambino o dell’adolescente.
Gli incontri sono visualizzati nella Home Page del sito www.anfaa.it settore Eventi.