Borsa di studio per minori affidati
Nicola Bonelli e Luisa Secchi
Lara non aveva ancora 4 anni quando è venuta a stare con noi; ora ne ha 16 e frequenta con profitto la terza classe del liceo linguistico. L’estate 2010 ha trascorso 3 settimane di vacanze-studio in Irlanda. Ne è tornata entusiasta e ha espresso con determinazione il desiderio di trascorrere il 4° anno delle superiori all’estero. Dopo aver verificato che la sua richiesta non era una fantasia passeggera, ci siamo dati da fare per conoscere la procedura da seguire essendo lei in affidamento.
I quesiti erano due: giuridico ed economico.
1. Mio marito da cinque anni è suo tutore, avremmo comunque dovuto chiedere l’autorizzazione al Tribunale dei Minori o al Giudice Tutelare?
2. Sia i moduli per la richiesta di partecipazione a Intercultura che quelli di richiesta di borsa di studio previsti dalla Provincia Autonoma di Trento per formare le graduatorie di merito per il contributo da erogare, prevedevano la dichiarazione I.C.E.F. della famiglia. Di quale famiglia?
I Servizi Sociali a cui ci siamo rivolti, al primo quesito hanno risposto che, data la tutela, quindi la rappresentanza legale da parte di mio marito, non serviva l’autorizzazione del T.M. Tuttavia, sembra che il caso di Lara sia il primo in Trentino, quindi i Servizi Sociali hanno chiesto un incontro ufficiale col Presidente del T. M. di Trento per stabilire una prassi per tutti gli affidati che, eventualmente, facessero in futuro la stessa scelta di Lara.
Il secondo quesito appariva molto più complesso e tutto sarebbe stato molto più semplice se noi avessimo presentato il nostro I.C.E.F. ma sapevamo che la Delibera n° 1122 della Giunta Provinciale della P.A.T. d.d. 15 maggio 2009 stabiliva che: “non vengono considerati appartenenti al nucleo familiare i minori affidati e le persone accolte sulla base di un provvedimento amministrativo o dell’autorità giudiziaria” ma a seguire non esistevano regolamenti in merito a oneri a carico delle famiglie affidatarie o di origine degli affidati. Con delibere successive si è provveduto a regolamentare il contributo da parte degli affidatari per i trasporti scolastici e per la mensa scolastica degli affidati, ma riguardo a borse di studio non c’era ancora niente. In particolare per il soggiorno di un anno scolastico all’estero c’era anche il problema se e in che misura, continuare ad erogare il contributo mensile che la P.A.T. dà agli affidatari per il mantenimento e l’educazione dei minori affidati. Dopo solleciti vari visti i tempi stretti per la presentazione della domanda per la borsa di studio, la Giunta Provinciale con delibera n° 2720 dd 3 dicembre 2010 ha così stabilito:”che a favore dei minori in affidamento possa essere concessa la borsa di studio prevista dai bandi del Fondo per la valorizzazione e professionalizzazione dei giovani in misura corrispondente al cinquanta per cento dell’importo massimo concedibile” continuando a corrispondere alla famiglia il contributo mensile per il mantenimento del minore.
Riteniamo che la soluzione sia chiara e soddisfacente anche se i problemi non sono finiti. Infatti anche Intercultura ci ha contattato dicendoci che, essendo una situazione nuova anche per loro, non sapevano in quale fascia di reddito inserire Lara. Molto gentilmente abbiamo dichiarato che non siamo certo noi competenti per suggerire soluzioni che spettano a loro. Non conosciamo come la situazione si sia evoluta quindi non sappiamo ancora il seguito. Il Servizio Istruzione della P.A.T. ci ha comunicato qualche giorno fa che Lara è regolarmente inserita nelle graduatorie per ottenere la borsa di studio per l’ anno all’estero.
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La Gabbianella e il Gatto
Episodio tratto da “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepùlveda
– Zorba si sentì miagolare come non aveva mai fatto prima –
“Ti vogliamo tutti bene, Fortunata. […]. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. […]. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l’affetto tra esseri completamenti diversi”.
“Volare mi fa paura” – stridette Fortunata alzandosi.
“Quando succederà, io sarò accanto a te” – miagolò Zorba leccandole la testa.
Come la gabbianella “Fortunata” anch’io sono la protagonista di una bella storia d’amore.
Non essendo stata riconosciuta alla nascita, sono stata affidata alle cure di un istituto religioso, in attesa di una mamma e di un papà tutti per me.
I miei genitori adottivi si volevano bene e desideravano completarsi nell’affetto di un bambino da amare. Dall’incontro di questi due bisogni è nata la mia famiglia!
Ricordo con rinnovata commozione il racconto del periodo che ha preceduto la mia adozione: l’incertezza dell’attesa, il nostro primo incontro all’istituto, la separazione temporanea dovuta a questioni burocratiche e, finalmente, la felicità del ritorno a casa insieme. I primi tempi non sono stati facili, a causa del mio pessimo stato si salute: non mangiavo nulla ed ero apatica e triste.
Ai miei genitori adottivi va riconosciuto senz’altro il merito di aver moltiplicato l’attenzione nei confronti delle mie esigenze, sviluppando una sensibilità particolare, vigile e pronta a cogliere nei miei comportamenti quelle che potevano essere delle comprensibili richieste d’appoggio e di rassicurazione. E così, grazie alla loro amorevole dedizione, sono come “rinata” per la seconda volta, aprendomi agli stimoli esterni con curiosità ed entusiasmo. La sensazione di essere stata desiderata ancora prima che accolta si unisce alla certezza dell’autenticità della relazione affettiva vissuta, indipendentemente dal patrimonio genetico di cui sono portatrice.
Il “vero” genitore non è chi genera un figlio, ma chi si prende cura di lui quotidianamente, aiutandolo ad esplorare il mondo, per consentirgli di “spiccare il volo” nei cieli della vita con fiducia e determinazione.
Graziella