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Vi potete trovare una serie di approfondimenti sui temi dell’adozione e dell’affido familiare ed inoltre:

• il CALENDARIO con l’indicazione degli incontri predisposti nelle varie località;

• le più importanti NOTIZIE, gli EVENTI ed i CONVEGNI;

• le TESTIMONIANZE dei protagonisti dell’adozione (sia nazionale che internazionale) e dell’affido;

• le pagine delle SEZIONI con l’indicazione delle attività locali;

• gli aggiornamenti sulla SCUOLA (con corsi di formazione e percorsi didattici specifici);

• le collane di LIBRI e molto altro ancora.

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Per eventuali richieste o informazioni inviare una mail a: segreteria@anfaa.it

In una seconda elementare la maestra – a conoscenza che in classe ci sono ben due bambini nati in adozione – fa portare a tutti i bambini due fotografie che ritengono più importanti per il loro vissuto familiare e di mettere per iscritto ciò che hanno significato per loro.

SIMONE (adottato all’età di 11 mesi) PORTA DUE FOTO A COLORI E SI RACCONTA.

Prima foto: Simone si vede in primo piano tra le braccia di qualcuno che non appare in nessun modo.

La mamma mi ha raccontato che in questa fotografia avevo due mesi ed ero in comunità, in braccio ad una signora. Ero un mangione paffutello, un po’ pelaticcio ed era il 9 o il 10 agosto del 199… Avevo una tutina su cui erano disegnati dei pagliacci coloratissimi, macchinine, scritte ed altri oggetti.

Seconda foto: Simone è in braccio alla mamma ed entrambi sono in primo piano in un contesto verde.

In questa fotografia ero già a casa e avevo 2 o 3 anni ed ero felicissimo in braccio alla mamma nel giardino sotto il caco in mezzo alle foglioline d’erba. La mamma era felicissima. Indossavo dei calzoncini bianchi con le bretelle. Mi piace tantissimo questa fotografia.

Per Simone è stata un’occasione di raccontasi esprimendo e condividendo con i compagni e la maestra la felicità di essere figlio.

 

Recensioni

Come sanno i lettori di Prospettive assistenziali, questa rivista ha compiuto 40 anni: è stata infatti fondata da Francesco Santanera, che nel 1962 aveva dato vita all’Anfaa (di cui è stato presidente per 10 anni) e che ancora attualmente, con grande competenza e impegno, ne coordina la redazione. Prospettive assistenziali pubblica i documenti più significativi sui servizi sociali e sanitari e sulla formazione del relativo personale. Riferisce sulle iniziative delle organizzazioni dell’utenza, del volontariato, del sindacato e degli operatori: il filo rosso che li unisce è la tutela dei diritti della fascia più debole della popolazione che non è in grado di difendersi.

Prospettive assistenziali ha dato voce all’azione svolta dall’Anfaa e ai significativi cambiamenti giuridico-sociali intervenuti nel corso degli anni nel campo dell’adozione, dell’affidamento familiare e della promozione del diritto di ogni bambino alla famiglia.

Abbiamo pensato fosse utile e gradito ai nostri soci festeggiare questo anniversario inviando a quanti di loro non siano già abbonati, due copie della rivista in omaggio (n.163 e 164), confidando che, come tanti altri soci dell’Anfaa, vogliano abbonarsi per essere non solo costantemente aggiornati sulla situazione esistente e sulle prospettive future – piuttosto preoccupanti – delle adozioni e degli affidamenti familiari, ma per acquisire tutte le conoscenze necessarie per rendere ancora più incisiva l’azione di tutti i soci.

Bisogna tenere conto che i profondi e positivi cambiamenti di questi ultimi decessi sono intervenuti anche attraverso il forte e costante impegno promozionale dell’Anfaa quale associazione di volontariato di tutela dei diritti, come documentato dagli articoli e dai notiziari dell’Anfaa, che è possibile leggere sul sito della Fondazione Promozione sociale (www.fondazionepromozionesociale.it) , dove sono riportati in ordine cronologico e tematico.

 

Rinnoviamo il caldo invito a tutti i soci ad abbonarsi a PROSPETTIVE ASSISTENZIALI, l’unica rivista che dal 1968 ha sempre difeso il diritto alla famiglia dei minori che ne sono privi, ha promosso l’affidamento familiare a scopo educativo, ha chiesto e chiede il pieno riconoscimento etico, giuridico e sociale della filiazione e della genitorialità adottive.

L’abbonamento ordinario alla rivista per il 2009 è di euro 40.

Per i soci dell’Anfaa, l’abbonamento per il 2009 rimane fissato a euro 30.

L’abbonamento può essere sottoscritto tramite le Sezioni Anfaa, oppure versando l’importo sul c.c.p. n. 25454109 intestato ad Associazione Promozione Sociale, via Artisti 36, 10124 Torino.

 

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La quota associativa annua per il 2009 è di euro 50. Il pagamento della quota dà diritto a ricevere il Bollettino di informazione dell’Anfaa e ad essere informati su tutte le iniziative dell’Anfaa.

I Soci Anfaa possono usufruire dell’abbonamento a prezzo scontato della Rivista “Prospettive Assistenziali” (euro 30).

Ricordiamo che le risorse economiche dell’Anfaa si basano esclusivamente sulle quote dei soci e sui contributi dei sostenitori.

Affrettarsi a versare la quote ci permette di proseguire la nostra attività. I versamenti possono essere effettuati presso le sedi locali dell’Anfaa e presso la Sede Nazionale sul ccp n. 26826107 intestato a: ANFAA, Via Artisti 36, 10124 Torino

Visitate il nostro sito internet www.anfaa.it, e-mail: segreteria@anfaa.it

E’ possibile ricevere il bollettino dell’Anfaa via e-mail. Chi lo desiderasse è pregato inviare il proprio indirizzo e-mail a: segreteria@anfaa.it

 

Riportiamo l’articolo a firma di Giorgio Conconi pubblicato sul Corriere della Sera del 18 febbraio 2008 a commento di una circolare del Comune di Milano in merito alle iscrizioni di bambini figli di genitori extracomunitari privi di permesso di soggiorno.

“Il bambino entrò di corsa nel cortile della scuola. La fila era lunga. I compagni con le mamme potevano rincorrersi senza perdere il posto. La sua mamma invece lavorava e lui era solo. Se ne stava in attesa sperando che non arrivassero gli aerei a bombardare. Udì persone vicine dire che venivano soltanto di notte e lui si tranquillizzò.

Non perdeva di vista quelli che avevano già ritirato quaderni e matite da uno dei due lunghi tavoli in fondo al cortile. Erano felici. Bastava avere una vecchia cartolina postale del papà in guerra per avere diritto a quei doni e il bambino se la teneva ben stretta in mano. Con sua sorpresa arrivò presto il suo turno. Mostrò la cartolina a uno dei militi, certo di ottenere in cambio quaderni e matite. Il milite osservò per un momento il pezzo di carta e subito glielo restituì. “A te, niente – gli disse- sei figlio di un traditore”. Il bambino non sapeva chi fosse un traditore, nulla dell’armistizio, di chi non aveva voluto combattere con la Repubblica di Salò, di chi era perciò stato fatto prigioniero in Germania. Ma si portò con sé per sempre quel rifiuto, gli sguardi severi delle mamme, l’odore della polvere di quel cortile sassoso.

Il bambino crebbe, divenne un medico, seppe anche che gli umori della madre, l’ambiente esterno e altre situazioni, condizionano perfino chi è ancora nel ventre in attesa di nascere.

Ora pensa ai bambini dei clandestini rifiutati dagli asili comunali. E gli viene da ricordare il papà “traditore”, che si salvò dalla guerra e poi trascorse anni all’estero per lavorare. Clandestino, si dice, è colui che si trova in terra straniera contro il divieto della legge. Ma lui si chiede anche le ragioni di questa condizione, non sempre da attribuire a colpa. Resta il fatto che non esiste miglior volontà di regolarizzazione da parte dei clandestini se non l’affidare i propri figli alle istituzioni perché crescano fuori dalla miseria, con le stesse possibilità degli altri. Dovere della comunità non è quello di punire degli innocenti, ma di prendersi cura dei problemi familiari e porre le basi per creare cittadini onesti.

La Milano solidale è in grado di farlo. Con la vita non si può scherzare. E i bambini, è bene ricordarlo, non sono regolari o clandestini. Sono bambini punto e basta. La società di domani ce ne sarà grata”.

 

Stare bene insieme a scuola si può?

di Emilia De Rienzo

Collana “Persona e società: i diritti da conquistare”

UTET Università, Torino, 2006, pag. 166, ¤ 15,50

Nella scuola ci sono ottimi insegnanti che conoscono a fondo le loro materie, ma questo purtroppo non basta. Non si può, infatti, semplicemente «travasare un sapere», bisogna mettersi in gioco, entrare in relazione con i ragazzi, cercare punti di incontro, diventare i loro riferimenti. Tutti i bambini – in particolare quelli con una storia problematica alle spalle come i minori adottati, affidati, portatori di handicap o stranieri – dovranno capire che nell’ambiente scolastico troveranno qualcuno disponibile ad ascoltarli, ad ascoltare non solo quello che sanno, ma anche quello che sentono, a valorizzare ogni diversità. E per questo le emozioni e i sentimenti degli allievi devono essere accolti e riconosciuti come aspetti strettamente legati all’esperienza e non come ostacolo o disturbo allo svolgimento del programma: solo così i ragazzi potranno aprirsi all’apprendimento che di per sé è un percorso difficile.

Gli studenti devono incontrare nella scuola una cultura che sappia rivivere, anche se antica, nel mondo contemporaneo, che soprattutto sappia offrire momenti di riflessione su loro stessi, sui loro rapporti, sulla loro realtà. Perché la cultura è viva, è ricca, può parlare ancora ai giovani, ma l’apprendimento deve avvenire non per accumulo, ma attraverso il dialogo e la relazione.

Con la passione che le è propria, Emilia De Rienzo firma un libro che non è un manuale su come gestire i rapporti in classe, ma una vera e propria riflessione per gli insegnanti e per tutti gli adulti che vogliono imparare a rapportarsi con i propri figli e capire meglio i loro problemi.

Il volume è in vendita presso l’Associazione Promozione Sociale, Via Artisti 36, 10124 Torino, tel. 011.812.44.69, fax 011.812.25.95. Versare l’importo sul c.c.p. n. 25454109 intestato a Associazione Promozione Sociale – Le spese postali sono a carico dell’APS oppure si può richiedere alla Segreteria dell’Anfaa, Via Artisti 36, 10124 Torino, e-mail: segreteria@anfaa.it

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