Papà Davide e mamma Sara raccontano Lucio
Mamma Sara:
Finalmente, dopo tanto attendere, era arrivata la notizia dell’idoneità all’adozione internazionale.
Sono stata la prima a ricevere la notizia, mio marito era in trasferta e non vedevo l’ora che mi telefonasse per dirglielo, non vedevo l’ora di dirlo a tutto il mondo.
Quello che ho sentito al momento della notizia era una sensazione che non si può spiegare, forse le donne che scoprono di essere incinte hanno lo stesso sentimento, ma veramente dopo tanti anni d’attesa non sapevo se crederci.
Finalmente un traguardo concreto.
Subito ci siamo messi alla ricerca di un’associazione che facesse da tramite tra noi ed il paese scelto, qui abbiamo avuto una grande delusione, noi pensavamo che una volta avuta l’idoneità, i tempi di attesa sarebbero stati brevi, invece tutte le associazioni che sentivamo ci dicevano che l’attesa era di almeno un anno. Dopo averne provate alcune, (e questa e’ stata un’altra delusione) ci rendiamo purtroppo conto che alcune di queste erano diventate un lucroso affare, dove il bambino sembrava l’ultima cosa importante.
Ci siamo finalmente rivolti a ….., che ci è sembrata da subito l’associazione più onesta, e anche perché abbiamo pensato che ci doveva essere…… un feeling con l’associazione.
Dopo aver frequentato il corso ci siamo messi in lista d’attesa, ma anche qui un’altra delusione, davanti a noi c’erano tanti fascicoli di altre coppie che come noi aspettavano di fare i colloqui, il tempo di attesa era di circa un anno.
Passato questo periodo e terminati i vari colloqui psicologici siamo pronti per l’abbinamento.
Con il responsabile dell’associazione scegliamo il paese dove intendiamo recarci, noi eravamo orientati per un paese dell’America latina, ma non avevamo un paese preciso, ci consigliò il Perù perché era in quel momento il paese più avanti con le leggi sull’adozione e anche perché il più affidabile per le informazioni che riguardavano i bambini.
Purtroppo ancora un altro periodo di attesa di almeno sei mesi per avere l’abbinamento.
Difficile accettare di aspettare ancora che passi altro tempo.
Ma a volte le cose non vanno come previsto, difatti dopo circa 4 mesi ci chiamano dall’associazione, c’era un abbinamento!
Come un fulmine comunichiamo la notizia ai nostri famigliari, impossibile contenersi.
Abbiamo un colloquio con l’associazione la sera stessa della notizia, al telefono non ci avevano detto niente, se era maschio, femmina, se era piccolo, tutte queste domande ce le facevamo in macchina nel viaggio fino a B., veramente risultava difficile da credere, ma questa era la volta buona.
Arrivati in sede ci vengono comunicate tutte le informazioni in loro possesso che riguardano il bambino, aveva 2 anni e mezzo, si chiamava Lucio, ma c’era una informazione che ci hanno dato alla fine, era nato con una malformazione all’orecchio e non si sapeva se sentiva oppure era sordo.
Non eravamo obbligati ad accettare, se era una decisione negativa ci avevano rassicurato che ci sarete stato un altro abbinamento. Ci avevano dato una settimana di tempo per pensarci, ma il nostro cuore diceva che lui era nostro figlio.
Dopo tre settimane dell’abbinamento combiniamo per la partenza, destinazione Cuzco, Perù.
L’ansia, l’emozione e la paura ci accompagnano per tutte le tre settimane che precedono la partenza. All’arrivo a Lima ci viene a prendere l’avvocato che ci seguirà per tutto il periodo del nostro soggiorno.
Una persona meravigliosa disponibile al massimo, passiamo tutto il primo giorno con lui parlando e organizzando il viaggio dell’indomani. Sveglia al mattino presto, aeroporto e siamo in volo per Cuzco, la tensione è a mille. Le Ande, sotto di noi, sono uno spettacolo bellissimo.
Arriviamo in tarda mattinata, prendiamo posto nell’appartamento che già ci aveva prenotato l’avvocato. Lo stesso pomeriggio avevamo l’incontro con il bambino.
Andiamo dall’assistente sociale che ci porta all’istituto, veniamo convocati dalla direttrice che ci fornisce anche lei tutto quello che sa sul bambino e anche di alcune notizie che riguardavano il funzionamento dell’istituto ma veramente noi non vedevamo l’ora d’incontrare nostro figlio, questo colloquio non finiva mai, o per lo meno, a noi così sembrava.
Al termine, infine, mandano a chiamare il bambino, si presenta sulla porta dell’ufficio per mano ad una suora giovanissima. Dolcissimo, di una tenerezza indescrivibile. Una gioia immensa ci invade, credo che ogni persona presente non sia riuscita a non farsi prendere dall’emozione.
Ci siamo avvicinati a lui con un pupazzo che avevamo portato, certo eravamo sconosciuti, ma non abbiamo dovuto insistere molto per farlo venire con noi, l’ho preso tra le braccia, si è lasciato stringere, era da mangiare.
Papà Davide:
Mentre si parlava si è addormentato tra le braccia della mamma, l’assistente sociale diceva che gli aveva trasmesso l’emozione, c’era il feeling.
Siamo tornati il giorno dopo per una seconda visita, il bambino non ci voleva, ma piano piano siamo riusciti a parlargli ancora.
Il terzo giorno è stato quello definitivo , Lucio è venuto con noi, per sempre!
Da quel momento abbiamo avuto la sensazione che fossimo stati insieme da tutta una vita.
Lo avevamo portato nell’appartamento per cambiarlo e, guarda caso, tutti i vestiti che gli avevamo portato erano grandi, messi quelli per il momento saremmo poi andati a prenderne di adeguati. Mangiava con una foga pazzesca sembrava che non gli dessero da mangiare nell’istituto, ma l’avvocato ci aveva spiegato che probabilmente era la varietà del cibo che lo faceva comportare così .
Non aveva mai visto il mondo esterno, era attratto dagli animali in special modo dai cani e dai lama, ogni volta che ne vedeva uno voleva seguirlo fin dove andava per ore.
Anche il cielo ora, era più grande di quel quadratino che si vedeva nel cortile dell’istituto.
I primi tempi sono stati difficili, non parlava e reagiva in modo violento verso di noi picchiandoci e mordendoci.
Abbiamo capito il giorno dopo che non parlava per un difetto del palato di cui nessuno, sembra, si era mai accorto.
Aveva una rabbia in corpo incredibile, una volta si è arrabbiato talmente tanto che, sfinito, si è addormentato seduto per terra.
Ma iniziavamo a capire quello che voleva rapidamente, non tanto per merito nostro ma perché credo che i bambini hanno molti modi per farsi capire, è sopravvivenza.
Abbiamo cercato di unire l’utile al dilettevole e così durante il soggiorno abbiamo girato un po’ qui e là con il nostro bimbo.
Lucio adesso però, voleva unicamente la mamma e per di più voleva solo stare in braccio, non riuscivamo a fare in modo che venisse con il papà .
Eravamo seguiti giornalmente dall’assistente sociale e dall’avvocato e, devo proprio dirlo, in modo impeccabile.
Dopo tre settimane siamo tornati in Italia, Lucio aveva paura del cane che abbiamo in casa e continuava a volere solo la mamma, non si staccava da lei un solo istante.
Dopo tre giorni il cane aveva paura di lui.
Dopo tutti i vari controlli medici consigliati dalla pediatra ci siamo rivolti ad un ospedale per vedere che fare per la palatoschisi e l’altra malformazione.
Dopo circa quattro mesi e’ stato operato di palatoschisi, l’operazione lo aiuterà ad esprimersi meglio non però senza l’aiuto di una logopedista che ha fatto, a dir poco, miracoli, anche perché lui, consapevole del suo problema, ce l’ha messa tutta per poter comunicare.
In poco tempo il bambino ha iniziato a parlare in modo comprensibile, adesso era un altro mondo.
Con il passare del tempo si è lasciato prendere anche dal papà, gli piaceva quando gli raccontavo le favole, quando andavamo nei boschi.
La sua rabbia stava svanendo man mano con il passare del tempo, avevamo capito che il problema grosso era il fatto di non potersi esprimere in modo comprensibile.
Sono già passati quattro anni da quando siamo insieme e non passa giorno senza ringraziare Dio per averci fatto incontrare Lucio, l’attesa è stata lunga ma ne è valsa veramente la pena, si fa volere tanto bene, è allegro e tanto, tanto affettuoso. E’ nostro figlio.
Lucio si è integrato perfettamente perché è un bambino molto socievole, parla talmente tanto da doverlo zittire di tanto in tanto, è amato dai suoi amici ed ha iniziato ora la prima elementare.
Sara e Davide