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Pubblichiamo due lettere aperte inviate da due figli adottivi ai Parlamentari firmatari dei progetti di legge di modifica della attuale disciplina in materia di adozione e affidamento familiare
Lettera aperta ai Parlamentari firmatari delle proposte di legge sull’adozione aperta o “mite”

Mi chiamo Claudiana Roffino e, da figlia adottiva ormai adulta vorrei esprimere la mia opinione in merito a quella che, secondo me in modo improprio in quanto non prevista dal nostro ordinamento, viene definita “adozione mite” “adozione aperta”.
L’adozione legittimante rende figli a pieno titolo della famiglia adottiva, in seguito ad una dichiarazione di adottabilità fatta poiché i genitori d’origine hanno lasciato il minore privo di sostegno morale e materiale. In conseguenza di ciò ritengo che vengano giustamente interrotti i rapporti con i genitori biologici e che i genitori adottivi diventino i veri genitori del minore con il loro ruolo formativo ed affettivo. L’adozione legittimante prevede a buon titolo che i legami affettivi prevalgano su quelli di sangue. Come è stato rilevato, l’adozione dei minori va considerata una seconda nascita che non annulla la prima, ma non ne conserva alcun legame giuridico. Non si tratta di cancellare i ricordi relativi alla storia personale di questi bambini, occorre invece aiutarli – soprattutto se adottati grandicelli, a rimarginare le ferite subite, quasi sempre assai gravi.
L’adozione definita “mite” o “aperta”, mantenendo i legami tra il minore e i genitori biologici svalorizzerebbe, secondo la mia opinione, l’adozione legittimante.
Se il minore non si trova in stato di adottabilità, non versa in situazione di privazione di assistenza morale e materiale da parte dei genitori e dei suoi familiari, ma la famiglia in cui vive si trova in difficoltà e non è in grado di prendersi cura di lui, esiste l’importante istituto dell’affidamento familiare. Non ritengo giusto che la famiglia di origine debba essere espropriata del suo ruolo genitoriale anche se per poterlo svolgere ha bisogno dell’aiuto di un’altra famiglia e del supporto degli operatori e dei servizi socio-assistenziali.
Il timore è che con il passaggio , dopo qualche anno di affidamento, all’adozione mite si deresponsabilizzino le istituzioni che sempre meno si impegneranno a sostenere le famiglie di origine in difficoltà e le famiglie affidatarie, e che sarà sempre minore il numero delle famiglie in difficoltà che accetteranno l’affidamento, nel timore di perdere i propri figli.
L’adozione non è il portare via bambini a genitori in difficoltà, ma dare genitori a bambini che non li hanno.
Una domanda angosciante è passata nella mia mente: le domande di adozione sono sempre più numerose, ma i bambini adottabili sempre di meno; non è che con l’adozione mite si vuol fare in modo di rispondere in qualche modo a queste coppie tornando ad agire nell’ottica dell’interesse dell’adulto anziché del minore?
Da figlia adottiva troverei inquietante pensare che i miei genitori adottivi non sono considerati a tutti gli effetti i miei veri genitori e ancora più inquietante sapere che sono stata data in adozione, quando era sufficiente sostenere la famiglia di origine in difficoltà.
Grata per l’attenzione sono a disposizione per ulteriori approfondimenti.

Claudiana Roffino

 

Lettera aperta agli onorevoli

Belillo, Bafile, Cancrini, Coseni, Cra­policchio, De Angelis, De Zulueta, Diliberto, Galante, Licandro, Longhi, Napoletano, Paglierini, Ferdinando Benito Pignataro, Poletti, Poretti, Sasso, Sgobio, Soffritti, Tranfaglia, Vacca e Venier firmatari della proposta di legge n° 1491 “Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n° 184, concernenti l’adozione dei minori da parte delle persone singole e delle coppie stabilmente conviventi” presentata il 26 luglio 2006.

Voglio esprimere la mia opinione in merito alla proposta da voi presentata che prevede che «l’adozione è consentita a singole persone o a coppie che risultano conviventi in modo stabile e continuativo da almeno tre anni» e precisa inoltre che «l’età degli adottanti deve superare di almeno diciotto anni e di non più di quarantacinque anni l’età dell’adottato», aggiungendo che «non è preclusa l’adozione quando il limite di età è superato da uno solo degli adottanti in misura non superiore ai dieci anni».
Mi chiamo Federico Milazzo e parlo per esperienza personale diretta: sono infatti un figlio adottivo, ormai adulto, felicemente sposato con una stupenda moglie, con 3 stupendi figli e un lavoro soddisfacente (sono Direttore commerciale del settore Me­talmec­canico)
Sono stato adottato all’età di sei anni da una coppia che aveva già 2 figli biologici, ed uno in arrivo “fatti in casa”, con cui ho subito legato. Non sono mancati per i miei genitori momenti difficili: ero un bambino che si è portato dietro per anni le conseguenze dell’abbandono, che ho patito prima di arrivare in quella che è diventata la mia vera famiglia: loro hanno saputo come prendermi: alternando fermezza e coccole sono riusciti a farmi diventare quello che sono.
Perché ho voluto raccontarvi questo?
Perché non capisco, anche alla luce della esperienza mia e di altri figli adottivi che ho conosciuto, perché ai bambini che, come me, si trovano in stato di abbandono, lo Stato non debba dare i genitori migliori possibili.
Anzi tutto, visto l’enorme numero di domande che ci sono (15-20 per ogni bambino, adottabile), non capisco perché invece di un papà e una mamma a loro se ne vorrebbe dare uno solo: ogni piccolo deve avere la possibilità di crescere con entrambi: me ne rendo ben conto anch’io ora che sono padre: mia moglie ed io ci integriamo, ma i miei figli hanno bisogno di tutti e due.
È sbagliato, secondo me, pensare anche che un bambino – solo perché è in stato di adottabilità – debba “accontentarsi” di genitori anziani, potendone avere di giovani.
I figli hanno bisogno di essere seguiti finché non sono autonomi, hanno un lavoro… se a 50 anni una coppia adotta un neonato, quando questo avrà 25-30 anni i suoi genitori ne avranno 75-80: secondo voi saranno in grado di sostenerlo nel suo – sempre più difficile – inserimento nella vita o saranno loro ad avere bisogno?
Non venitemi a dire poi che chiunque, basta che lo voglia, può diventare genitore adottivo: è una grande balla! Ho conosciuto figli adottivi infelici, con la vita rovinata dalla scelta sbagliata dei genitori per loro da parte dei giudici e degli operatori: non è così facile e scontato diventare mamma e papà di un bambino nato da altri …
Mi risulta che, in base ai dati disponibili, ci sia anche un enorme numero di domande rispetto ai bambini adottabili provenienti da altri Paesi. Anche per loro non è quindi necessario aumentare le domande! I bambini abbandonati devono essere inseriti al più presto in famiglia, anche se non sono più piccolissimi. Devono essere cercati genitori capaci e affettuosi anche per loro, altrimenti per me e per gli altri in peggiori condizioni di me, il futuro sarebbe stato dietro la porta di un istituto.
Grato per l’attenzione, sono a disposizione per ogni ulteriore approfondimento

Federico Milazzo

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