Ad anni di distanza dalla fine delle guerre, le mine continuano a mietere vittime.
Come risulta dall’articolo di Diego Cipriani (Italia Caritas, febbraio 2005) è stato calcolato che sono oltre 10 milioni quelle “che giacciono inesplose nei campi o lungo le strade e i sentieri di 82 Stati, soprattutto nel sud del mondo”.
“Ogni venti minuti l’esplosione di una di esse uccide o ferisce una persona. Nell’85% dei casi le vittime sono civili e nel 20% bambini”.
Inoltre “chi sopravvive allo scoppio quasi sempre subisce amputazioni, è costretto a lunghe degenze in ospedale e a un faticoso processo di riabilitazione, con costi sociali elevati”.
“Nel 1997 a Ottava fu firmato un trattato internazionale per vietare produzione, stoccaggio e uso delle mine. A nove anni di distanza sono 154 gli Stati che hanno firmato il trattato (147 lo hanno anche ratificato), ma ben 40 non lo hanno firmato; tra essi Usa, Russia, Cina e India”.
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