Sezione di Cuneo
“Proviamo a dirci con un altro linguaggio: Cuccioli d’uomo”
A volte sembra che le cose capitino per caso: la telefonata all’Anfaa della Compagnia Teatrale il Melarancio circa un bando regionale sull’affido familiare, una classe III di un Istituto Magistrale che sceglie l’affido come tema della propria tesina per l’esame di maturità, l’Equipe Affido che si lascia coinvolgere e noi (sezione Anfaa di Cuneo) disponibili ad accogliere questa novità.
Andiamo per gradi: nel mese di ottobre 2004 la Compagnia il Melarancio (Compagnia plurisperimentata a Cuneo con un’attenzione particolare per bambini, ragazzi e giovani) partecipa al bando per la realizzazione di iniziative di promozione nei confronti delle scuole sul tema “l’affido familiare” (D.G.R. n. 4 13228 del 3 agosto 2004). Veniamo contattati insieme all’Associazione Papa Giovanni XXIII e all’Equipe Afffido dell’Asl 15. La Compagnia teatrale cerca materiale, esperienze, documentazione sul tema proposto e ottiene il finanziamento regionale con il proprio progetto. Dal mese di gennaio 2005 la Compagnia intraprende con una classe ad indirizzo psico-pedagogico dell’Istituto Magistrale un laboratorio teatrale finalizzato all’allestimento di uno spettacolo.
Come famiglie affidatarie, con gli operatori dell’Equipe Affido, interveniamo a più momenti informativi e di confronto all’interno dell’Istituto Magistrale. La nostra sorpresa è grande: ci accolgono una ventina di ragazze e ragazzi interessati, attenti e con una capacità di analisi non comune.
Ci spiegano che nel laboratorio che si è posto innanzitutto l’obiettivo di essere un forte momento di aggregazione e di socializzazione, un’occasione per vivere la scuola in modo attivo e partecipato, il tema dell’affido verrà sviluppato partendo dall’avventurosa “Storia di Mowgli”, adottato dai lupi ed educato dall’orso Baloo e dalla pantera Bagheera, in perenne guerra con la tigre Shere Khan. La storia di Mowgli, infatti, oltre ad essere la storia di ciascuno di noi – grande o bambino – nella lotta della vita, presenta anche il complesso tema dell’essere accolti, dell’essere accettati e della presa di coscienza di un proprio senso di appartenenza.
Si è giunti così all’allestimento dello spettacolo dal titolo “Cucciolo d’uomo”. Con la magia fiabesca di un teatro pensato dagli adolescenti per i bambini.
Tra atmosfere notturne, canzoni e ritmi percussivi, si sono condotti gli spettatori nel misterioso regno della natura selvaggia, dove amore e accoglienza, abilità e coraggio, rispetto e diversità, convivono insieme come nella realtà quotidiana.
A completamento di tale iniziativa sono stati inoltre organizzati due momenti di sensibilizzazione sul tema dell’affido e dell’affiancamento familiare: un incontro per la cittadinanza “Famiglie in rete: affiancamento e affidamento familiare” e un Seminario di approfondimento per gli insegnanti “I ragazzi parlano non solo con le parole, a noi capirli…”.
E per finire uno sguardo all’esperienza….
• punti forti:
– uno stimolo caduto dall’alto (D.G.R. ha smosso delle sinergie tra due associazioni di famiglie affidatarie, gli operatori dell’Equipe Affido, una Compagnia teatrale, la scuola dell’obbligo e un Istituto superiore. Il risultato è un positivo e proficuo lavoro di rete, non certo privo di fatiche, ma sicuramente premessa per altre iniziative analoghe. La ricchezza di “sguardi diversi” su un medesimo tema, ci ha restituito entusiasmo a provare ancora;
– aver “osato dire accoglienza” con un linguaggio diverso (teatrale) per creare cultura dell’accoglienza e svelare il bisogno profondo di ogni uomo di accogliersi ed essere accolto;
– aver raggiunto e coinvolto con il linguaggio teatrale generazioni diverse (bambini, adolescenti, adulti) e restituito a tutti un piacevole momento di riflessione.
• punti deboli:
– il dover chiudere l’esperienza con la fine dell’anno scolastico (maggio 2005) ha determinato tempi troppo stretti, soprattutto per i due momenti di approfondimento (per gli insegnanti e per la cittadinanza).
Il lavoro comunque prosegue anche durante il 2006 come laboratorio teatrale: nei prossimi numeri del bollettino ne pubblicheremo il resoconto.
Sezione Toscana
Sabato 29 ottobre 2005 si è svolto, negli accoglienti locali della stazione Leopolda di Pisa, la giornata di studio sul tema “Adozione e Affidamento: una nuova legge?” L’incontro, organizzato da “UbiMinor” (coordinamento associativo per la tutela e la promozione dei diritti dei minori) insieme all’associazione “Famiglia Aperta” di Pisa, ha affrontato le problematiche relative alla recenti proposte di legge di modifica dell’adozione (con particolare riferimento all’adozione internazionale) presentate dal Governo e da alcuni gruppi parlamentari. La giornata si è strutturata su due moduli, uno la mattina e l’altro il pomeriggio.
La mattina è stata dedicata ad una riflessione guidata dalla dott.ssa Letizia Ciompi, responsabile del Centro Adozioni di Pisa, sull’attuale organizzazione del servizio d’adozione, sulla formazione delle coppie aspiranti, sul ruolo ed i compiti degli operatori pubblici (sia territoriali che dei centri adozione), sull’attività del Tribunale per i minorenni e sulle funzioni e procedure degli enti autorizzati per l’adozione internazionale. La dott.ssa Ciompi ha introdotto l’argomento con una dettagliata descrizione del modello operativo utilizzato nell’area di competenza del Centro adozioni di Pisa. Il pubblico, composto sia da operatori pubblici (assistenti sociali e psicologi) sia da famiglie adottive o aspiranti (tra le quali molti soci delle sezioni Anfaa della Toscana) ha attivamente interagito con la relatrice mettendo in atto un interessante confronto di opinioni ed esperienze che ha evidenziato luci ed ombre dell’attuale organizzazione. Il clima di riflessione partecipata attivatosi nella mattina ha contribito ad una più attenta e critica partecipazione del pubblico ai lavori del pomeriggio.
A partire dalle 15, dopo un piacevole e socializzante ristoro gastronomico offerto dagli organizzatori a tutti i partecipanti nell’accogliente terrazza della stessa Stazione Leopolda, complice una splendida giornata di sole, sono ripresi i lavori del seminario con un pubblico ulteriormente accresciuto che ha totalmente riempito la sala. Il dott. Gianfranco Casciano, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Firenze, ha esposto con partecipazione e calore le sue valutazioni ( quasi sempre fortemente critiche) sul progetto di legge in questione:
– l’eliminazione dell’accertamento preventivo dell’idoneità degli aspiranti genitori adottivi da parte dei servizi socio-assistenziali che si sostanzia in momenti di formazione e di colloqui di valutazione da parte degli assistenti sociali e degli psicologi dei Centri Adozione. Tale modifica, se approvata, comporterebbe, a parere del dott. Casciano, un aumento considerevole dei fallimenti delle adozioni con grave ripercussione sui bambini adottati e sui loro genitori, tenuto anche conto che i minori che i vari Stati immettono nel circuito dell’adozione internazionale sono sempre di più grandicelli e segnati da gravi problemi sociali e fisici poiché in tali paesi si stanno sempre più attuando politiche sociali tese ad intervenire preventivamente sulle famiglie disagiate e comunque si privilegia – giustamente – l’adozione interna a quella internazionale.
Altrettanto critico è stato il parere sull’estensione ai minori residenti all’estero della possibilità di adozione “nei casi particolari” (che non ha effetti legittimanti e che non presuppone necessariamente l’esistenza dello stato di adottabilità) giacchè ciò farebbe venire meno le garanzie introdotte dalla legge 184/83 allo scopo di troncare il mercato dei bambini.
A conclusione del suo intervento, il Presidente del Tribunale per i minorenni ha espresso la sua contrarietà anche sull’affidamento internazionale, motivato dalle necessità di rispondere alle esigenze dei bambini vittime di eventi catastrofici naturali (terremoti, tsunami, ecc.) di guerre e genocidi. Egli infatti ha raccontato che a Firenze sono state poste in atto esperienze sperimentali di questo tipo volte a far svolgere nel nostro paese il percorso scolastico o la formazione professionale di giovani provenienti da paesi in via di sviluppo. La temporaneità si è però trasformata in definitività in quanto, al termine del percorso, i giovani hanno preferito lavorare nel nostro paese sulla spinta anche delle famiglie di origine che consideravano un fallimento il rientro del ragazzo nel proprio paese dove le offerte di lavoro qualificato scarseggiano ed i salari sono grandemente inferiori. Questo nuovo istituto giuridico rappresenterebbe pertanto una risposta sbagliata ad un bisogno reale: in tali situazioni, ha sostenuto Casciano, vanno potenziate le iniziative a livello locale per sosstenere le famiglie di origine senza uno sradicamento del bambino dal proprio contesto amicale, familiare, culturale e sociale.
E’ poi intervenuta la professoressa Brunilde Poletti, docente di diritto privato internazionale presso l’Università di Pisa, che ha esposto in modo sintetico ma incisivo le problematiche giuridiche aperte dai vari articoli della proposta di legge. Ha ricordato, in particolare, come tale proposta risponda alla necessità di recepire le convenzioni internazionali, ed in particolare quella de L’Aia approvata con legge 31 dicembre 1988, n. 476. Ha inoltre osservato come si evidenzia in più punti una contraddittorietà tra le varie norme, in quanto da un lato si dichiara la volontà di operare nel rispetto dei diritti fondamentali del minore, dall’altro si tende a realizzare una semplificazione ed uno snellimento delle procedure per ottenere il concludersi dell’iter burocratico preordinato all’adozione, in tempi più celeri con una maggiore attenzione alle coppie aspiranti all’adozione ed al loro “interesse legittimo” ad ottenere l’affidamento di un minore straniero.
Il terzo relatore, il dott. Giancarlo Francini, psicoterapeuta dell’Istituto di terapia familiare di Siena, ha evidenziato la complessità dei meccanismi psicologici che si attivano in una coppia che si rende disponibile all’adozione e di conseguenza la necessità di una preparazione adeguata degli aspiranti adottivi, la necessità di sedimentazione dei desideri, delle aspirazioni e delle “fantasie” delle coppie rispetto all’ingresso di un “estraneo”. Questa scelta rimette giocoforza in discussione le abitudini, le relazioni ed i ruoli, costringendo la coppia ad un’apertura all’esterno che può arricchirne ma anche minarne la stabilità.
Al termine delle relazioni ufficiali vi sono stati numerosi interventi sia di operatori sia di famiglie che hanno messo in luce le problematiche concrete affrontate nelle vicende personali di adozione e di affido.
Le Associazioni aderenti al coordinamento Ubi Minor ritengono che questa iniziativa abbia centrato lo scopo contribuendo alla diffusione di conoscenza su problematiche molto rilevanti nell’ambito della piena tutela dei diritti dei minori di cui l’opinione pubblica è scarsamente informata e manifestano il timore che si possano attivare delle convergenze parallele tra gruppi parlamentari, sia della maggioranza che dell’opposizione, che portino ad un’approvazione “in sordina” delle norme in questione
Il portavoce di Ubi Minor
dott. Andrea Croci
torna all’indice del Bollettino 04/2005 – Ottobre / Dicembre 2005