Coordinamento Nazionale Servizio Affidi (1)
Il Coordinamento Nazionale Servizi Affidi ritiene di poter offrire alcune riflessioni relative al tema dell’affidamento dei bambini piccolissimi già confrontato e condiviso con le Associazioni del privato sociale che si occupano di affido familiare.
Riteniamo infatti un’area specifica l’affido urgente e di breve durata di bambini con finalità diagnostiche rispetto alla situazione nel suo complesso e rispetto alle capacità genitoriali.
E’ tema prioritario proprio per le sue indubbie valenze di prevenzione e per l’importanza che viene ad assumere il fattore “tempo”; trattandosi di un periodo di vita, quello relativo ai primissimi anni, che incide significativamente e a volte irrimediabilmente sulla vita futura: non solo gli anni e i mesi sono importanti, ma anche i soli giorni.
Il gruppo di lavoro ha cercato di raccogliere le attuali risposte, le nuove esperienze, i progetti in itinere, esistenti nelle varie realtà locali, ben consapevole di non svolgere un lavoro capillare e completo, bensì sommario.
Da tale verifica è emerso un quadro molto variegato rispetto ai progetti attuati in relazione alla problematicità delle famiglie d’origine e alle risorse disponibili.
In alcune realtà il ricorso all’inserimento di neonati in strutture di accoglienza costituisce l’intervento predominante se non esclusivo. Si tratta di strutture gestite o da famiglie (casa famiglia, comunità familiari) o da personale educativo (comunità di tipo familiare, comunità alloggio, ex istituti) che vengono definite in maniera non omogenea a livello nazionale e che pertanto nelle diverse Regioni assumono peculiarità anche molto diverse tra loro.
Si è inoltre cercato di evidenziare gli aspetti di complessità, i nodi problematici, e le condizioni necessarie per poter attuare progetti coerenti con gli obiettivi individuati.
Alcune premesse
Occorre prima di tutto sgombrare il campo da tutte quelle situazioni in cui esistono le condizioni per poter tentare un intervento possibile a sostegno della genitorialità, svolto prioritariamente presso il domicilio delle persone interessate, nonché quelle in cui sia fattibile proporre e tentare un inserimento in comunità della madre con bambino, richiesta quest’ultima sempre in maggiore aumento e che in alcune realtà metropolitane sta assumendo le dimensioni di una vera emergenza sociale.
L’affido per i piccolissimi non può non tener conto che il bambino ha bisogno di vivere in un contesto familiare in cui trovare figure stabili di riferimento che gli permettano di instaurare relazioni affettive.
L’analisi si focalizza su quelle situazioni in cui i Servizi Socio Sanitari e soprattutto l’Autorità Giudiziaria hanno valutato non fattibile, al momento, la convivenza genitori/figli o anche solo madre/bambino, e per le quali non ci sono le condizioni per realizzare un affidamento giuridico o un affidamento preadottivo. Essa riguarda in particolare i progetti elaborati dai servizi affidi degli Enti Locali di Bologna, Genova, Torino, Vicenza.
In questi progetti, pur nelle loro differenze e specificità, vengono prese in considerazione quelle situazioni in cui la condotta dei genitori viene ritenuta pregiudizievole nei confronti del figlio ma dove non ci sono ancora sufficienti elementi per formulare una prognosi ed una diagnosi sulla situazione.
In questi casi, l’affidamento familiare tempestivo e a breve temine costituisce l’intervento più adeguato rispondendo a due obiettivi fondamentali:
1) offrire nel più breve tempo possibile una situazione di tutela al neonato esposto altrimenti ad una situazione di grave rischio;
2) consentire agli operatori di approfondire, in tempi brevi, la conoscenza e la valutazione delle capacità genitoriali anche con il supporto dei servizi specialistici, che consenta di formulare un progetto più a lungo termine per il futuro del bambino, che preveda: o il rientro nella famiglia, anche allargata, o l’apertura di un procedimento di adottabilità.
Conseguentemente si rende urgente:
A) predisporre gli atti necessari per richiedere l’apertura del procedimento di adottabilità;
B) predisporre progetti di interventi di supporto ai genitori necessari per potenziare e sviluppare le capacità residue e il senso di responsabilità quando si ritiene possibile il rientro del bambino in famiglia (anche nella famiglia allargata).
Caratteristiche e bisogni dei bambini
presi in considerazione
– Bambini nati da genitori per i quali si è evidenziata la necessità di una valutazione diagnostica e prognostica delle loro capacità gravemente compromesse (genitori tossico-dipendenti, portatori di malattie mentali o di patologie invalidanti ecc.) in cui occorre monitorare la relazione genitori/figlio, garantendo gli incontri necessari tra gli stessi, eventualmente mediati dalla presenza di personale specializzato.
– Bambini che nascono con problemi sanitari di tale gravità per cui si riscontra l’impossibilità o l’inadeguatezza da parte dei genitori biologici di accudirli e di provvedere alle loro esigenze psicologiche e sanitarie.
– Bambini rispetto ai quali si è interrotto il progetto di inserimento con il/i genitori in struttura protetta (es. comunità terapeutica, comunità madre/bambino).
– Bambini non riconosciuti alla nascita per i quali l’Autorità Giudiziaria non dispone in tempi rapidi (15 giorni) l’abbinamento con una coppia adottiva, come purtroppo ancora avviene in alcune realtà.
– Bambini in stato di abbandono o sottratti d’urgenza ai familiari a fronte di maltrattamenti o abusi (ex art. 403 del c.c.).
Caratteristiche delle famiglie affidatarie
La riflessione sulle famiglie affidatarie ha portato a individuare alcune caratteristiche che qui elenchiamo ritenute fondamentali per poter attuare con congruità i progetti elaborati:
– E’ indispensabile che la famiglia sia capace di creare fin da subito un contesto affettivo e nel contempo sia preparata a saper accettare la separazione al momento opportuno collaborando per garantire un accompagnamento sereno al nuovo luogo di vita.
– E’ preferibile che non siano famiglie alla prima esperienza, pertanto non sono risorse reperibili mediante campagne per l’affidamento generiche.
– E’ considerato un elemento di positività la presenza di figli biologici, possibilmente non troppo piccoli e in grado di capire il passaggio di bambini all’interno della loro famiglia.
– Devono essere disponibili ad attivarsi ed organizzarsi per il pronto intervento.
– E’ auspicabile la presenza di una rete di solidarietà familiare o tra famiglie disponibili all’affidamento.
Condizioni e garanzie di fattibilità
– Le amministrazioni locali devono sostenere adeguatamente la scelta dell’affidamento familiare, investendo nella formazione e nel numero degli operatori (deve sempre essere prevista anche la presenza dell’educatore come figura di supporto per il bambino e di mediazione fra la famiglia d’origine e la famiglia affidataria), nonché nella formazione e sostegno delle famiglie affidatarie.
– Definire preventivamente protocolli d’intesa per creare condizioni di fattibilità con le A.A.G.G. al fine di coordinare gli interventi di competenza e di consentire istruttorie e provvedimenti relativi alle singole situazioni, che tengano conto della specificità del progetto.
– Garantire la presa in carico tempestiva, da parte dei Servizi Socio-Sanitari per contenere in un tempo il più possibile limitato la fase della valutazione e delle decisioni sul futuro del bambino.
– Sensibilizzazione/informazione/formazione alle potenziali famiglie affidatarie sulle tematiche giuridiche, sanitarie, sociali, psicologiche, attinenti al progetto.
– Fornire sostegno e supporto da parte dei Servizi Socio-Sanitari durante lo svolgersi dell’esperienza e in particolare al momento della separazione.
– Attivare gruppi di sostegno per le famiglie disponibili come contenitore permanente per la condivisione delle emozioni e delle esperienze.
- Vedi presentazione documento “Sensibilizzazione e modalità di pubblicizzazione dell’affidamento” riportata nel Notiziario della Sede Nazionale”.
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