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Verona, 12 febbraio 2005

Sabato 12 febbraio a Verona, abbinato alla Assemblea dei soci, e in collaborazione con la Fondazione “Promozione Sociale”, si è tenuto il Seminario su “Gli aspetti fondanti della genitorialità e della filiazione”.

E’ stato un momento importante di confronto, di approfondimento e di condivisione, su questo tema così fondamentale per tutti i figli e genitori – adottivi e non –, in cui ognuno dei partecipanti, grazie anche alle capacità e alla sensibilità di Emilia De Rienzo e Claudia Roffino, ha potuto mettere in comune le proprie idee ed esperienze.

In quest’occasione non è stato purtroppo possibile affrontare gli aspetti giuridici inerenti a questa tematica, a causa dell’assenza imprevista della relatricein considerazione dell’importanza dell’argomento, l’Assemblea dei Soci, su proposta della Presidente, ha deciso di individuare un successivo momento per proseguire il confronto e l’approfondimento di questi aspetti.

Qui di seguito riportiamo una breve sintesi della relazione di Emilia De Rienzo in cui sono esposte le prime considerazioni emerse nella raccolta della documentazione per il libro sul tema: “L’adozione nei regni animale e vegetale” che lei – nell’ambito delle iniziative assunte dalla collana “Persona e società, i diritti da conquistare” allo scopo di fornire una corretta informazione sull’adozione – sta realizzando.

Il volume, la cui pubblicazione verrà proposta all’Utet Libreria, ha lo scopo di evidenziare la connotazione del tutto naturale dell’adozione anche nei suddetti settori.

Una relazione più articolata verrà pubblicata sul n. 150 della Rivista Prospettive Assistenziali, di prossima pubblicazione. Nell’incontro delle famiglie ANFAA avvenuto a Verona si è messo in evidenza come le famiglie adottive abbiano scoperto nel loro vivere quotidiano qual’è il senso più vero della famiglia: non basta procreare un bambino per diventare genitori, bisogna anche avere la capacità e la volontà di prendersene cura. La legge sull’adozione, infatti, è stata una vera e propria rivoluzione copernicana: non sono più gli adulti al centro ma è il bambino a cui bisogna riconoscere quei diritti che gli permettono di crescere sano e il più possibile sereno

Il primo quindi fra tutti i diritti per il bambino è quello di avere una famiglia, che trova la sua legittimazione nella funzione, nella capacità di dare ad esso la consapevolezza di “avere un posto nella mente e nel cuore” di chi affianca la sua crescita. In questo senso si può dire provocatoriamente che dovremmo essere tutti “figli adottivi”.

Ci scontriamo invece ancora spesso con la mentalità che essere una famiglia adottiva voglia dire essere una famiglia di serie B, perché “quella vera” è quella di origine considerata la più “naturale”. E a sentirsi di serie B a volte sono le famiglie adottive stesse che soprattutto oggi giungono all’adozione dopo tentativi frustranti di avere un figlio biologico, a volte anche dopo aver provato inutilmente l’inseminazione artificiale.

Bisogna quindi recuperare tutto il senso e la validità dell’adozione come scelta.

Si è quindi cercato di analizzare come proprio la natura ci possa insegnare a riguardo qualcosa. Ed è proprio un’intervista a Mainardi che ci ha incoraggiato a lavorare in questa direzione.

Egli ci ha, infatti, confermato che l’adozione esiste anche negli animali che si prendono cura non solo dei propri cuccioli ma anche di cuccioli non loro.

Questo è l’imprinting. Si tratta di una particolare forma di apprendimento precocissimo per cui i giovani di molte specie animali hanno una spiccata tendenza a seguire i genitori fin dai primi momenti della loro vita. Esiste cioè una tendenza istintiva a seguire il primo oggetto in movimento che i piccoli vedono dopo la schiusa. In genere la prima cosa mobile che vedono è la madre perciò apprendono a seguirla. Se invece al posto della madre, per esempio, vedono un altro animale, anche diversissimo da loro, si metteranno a seguirlo e lo individueranno come la loro “mamma”. Insomma una vera e propria adozione

È stato Lorenz il primo a fare questa scoperta a sue spese nell’esperimento della famosa ochetta Martina. Quest’ochetta lo seguiva esattamente come avrebbe fatto con la propria madre visto che alla schiusa delle uova aveva trovato davanti a sé il viso dello scienziato.

Un altro dato importante che si è rilevato in natura è il ruolo dell’affettività per la trasmissione culturale. Non conta cioè la parentela nell’apprendimento, ma il mediatore del passaggio culturale è solo il legame affettivo. Nell’addestrare per esempio scimpanzè e gorilla a usare il linguaggio gestuale dei sordomuti ottennero migliori risultati quelli che come dice Mainardi non “ammaestravano”, ma “adottavano” gli animali. E l’etologo usa il termine “adozione” in quanto gli scienziati che non usavano l’atteggiamento tipicamente scientifico “freddo e distaccato”, ma dimostravano affetto e coinvolgimento nei confronti degli animali, ottenevano risultati sorprendenti e inaspettati.

Questo comportamento negli animali è dettato dall’istinto non è una scelta, quindi è del tutto naturale. Ci dice infatti Mainardi:

“Faccio un piccolo tuffo nella zoologia. Ho allevato tanti cani nella mia vita e così ho potuto notare, con stupore e ammirazione, come anche una cagna primipara possieda tutte le istruzioni su come allevare la prole. Istruzioni che vengono espresse cadenzate nel tempo in modo perfetto.(…) Meraviglia, piuttosto, la carenza di istruzioni genetiche che, al proposito, caratterizza noi umani. Siamo noi l’eccezione.

Eppure è così. La nostra evoluzione ha privilegiato la trasmissione culturale, e quel poco che è rimasto “scritto dentro” troppo spesso viene violentato, vanificato. C’è inoltre da chiedersi: siamo davvero così ignoranti o preferiamo esserlo? Non sarà che nell’umana gerarchia di valori altre attività tendono a prevaricare le parentali?”

Dovrebbe anche per noi essere naturale farci carico di tutti quei bambini che sono in situazioni di difficoltà. L’adozione è il punto d’incontro tra il bisogno dell’adulto di avere figli e dei bambini di avere dei genitori adatti a lui e alle sue necessità. Ma l’adozione è anche l’affermazione del diritto di tutti in bambini ad avere una famiglia, luogo degli affetti e della cura che solo può farli crescere sani e sereni. E’ di questo messaggio, di questa cultura che dobbiamo farci portavoce ovunque noi operiamo.

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