INTERVENTO AL CONVEGNO “MAI PIU’ SOLE: LE ESIGENZE E I DIRITTI DELLE GESTANTI E MADRI CON GRAVI DIFFICOLTA’ PERSONALI E FAMILIARI E DEI LORO NATI. LA PREVENZIONE DEGLI ABBANDONI E DEGLI INFANTICIDI”

 Vorrei proporvi un pezzo dell’altra faccia della medaglia, come figlia nata da donna che non voleva essere nominata 45 anni fa.

 Ringrazio la Dottoressa Persiani per la precisa collocazione del termine abbandono in merito ai non riconosciuti, non mi sento infatti abbandonata, preferisco la definizione, prima data dal Dottor Fadiga, priva di famiglia al momento della nascita.

 Come abbiamo sentito dalla Dottoressa Genovese le vere abbandonate, dai compagni e dalla famiglia, sono le donne e non i bambini. Nei loro confronti però vi é un ingiusto pregiudizio e un giudizio negativo, una condanna culturale che non vede che in una scelta di questo genere vi é una grande responsabilità e il riconoscimento dei propri limiti.

 Queste donne donano la vita e spesso i loro atteggiamenti all’apparenza distaccati fanno pensare che non soffrano per la loro scelta, ma in realtà il dolore é così forte che é come se fossero anestetizzate. La sofferenza diventa sempre più forte con il tempo e per questo l’assistenza del dopo é importante, ma al momento purtroppo sono seguite per lo più DURANTE il parto, poco PRIMA e assai raramente DOPO.

 Abbiamo sentito i dati del non riconoscimento, che riusciamo a ricavare, così come quelli dei bambini gettati e ritrovati nei cassonetti o per strada, ma gli infanticidi occulti nelle statistiche sono segnati col numero 0, ma purtroppo ce ne sono e temo non siano pochi! Allora la legge va maggiormente diffusa, le donne vanno informate, le extracomunitarie tutelate e con diritti esigibili, perché il calo dei non riconoscimenti da parte delle donne extracomunitarie senza permesso di soggiorno a seguito della nuova legge sugli extracomunitari mi é stato confermato dalla Dottoressa Genovese, ma di quei bambini non nati, abbandonati, venduti, uccisi siamo responsabili tutti noi, perché anche quei bambini sono organismi sociali seppur statisticamente indicati col numero 0.

Ecco perché da non riconosciuta alla nascita, nonostante la mia lecita curiosità su chi sia la donna che non mi ha riconosciuto, difendo l’attuale legge sul “segreto per 100 anni”, perché ritengo che noi figli che siamo nati grazie a quelle donne e a quella legge tuteliamo gli altri bambini affinché abbiano la possibilità di nascere e di farlo in ospedale in sicurezza per sé e per la donna e non con le obsolete culle, che per questi bimbi vi siano sempre più veloci procedure di ingresso nella loro nuova famiglia adottiva, che le donne non vengano giudicate ma sostenute, che non siano più sole e che per loro ci possa essere un sostegno anche DOPO, perché vi garantisco che se c’é un cruccio nella mia storia non é nel non sapere chi sia, ma la sua sofferenza dopo.

 Claudia Roffino