Il 13 novembre 2015 è entrata in vigore la Legge 19 ottobre 2015, n. 173  “Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, sul diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare”.

Abbiamo voluto riassumere in una nota le iniziative e le prese di posizione assunte nel corso degli anni dall’Anfaa per promuovere e  tutelare la continuità delle relazioni affetti dei bambini affidatati: riteniamo possa rappresentare un  contributo utile, che evidenzia la coerenza delle nostre azioni nel tempo.

Richiamiamo, a tal proposito, le considerazioni della psicoterapeuta infantile Donatella Fiocchi sulle conseguenze della negativa pratica, ancora messa in atto da alcuni magistrati con la collaborazione degli operatori dei Servizi sociali, di allontanare il bambino affidato dichiarato adottabile dagli affidatari per inserirlo in una comunità per un sua “decantazione” affettiva in preparazione del suo trasferimento nella futura famiglia adottiva .

L’attuazione di questa legge comporterà un impegno da parte di tutte le istituzioni coinvolte, a partire dai Giudici dei Tribunali per i minorenni e dagli operatori dei Servizi sociali, andando a modificare prassi consolidate, non rispondenti alle esigenze dei minori. Sarà importante quindi il monitoraggio da parte nostra in merito alle iniziative/procedure adottate nelle diverse realtà affinchè i principi ispiratori della legge non vengano disattesi. Per il  Piemonte abbiamo inviato nei giorni scorsi una lettera alla Regione chiedendo di riprendere il Tavolo di lavoro interistituzionale in merito.

Si spera di arrivare anche a un corso di aggiornamento da parte della Scuola superiore di formazione per i magistrati sull’attuazione della legge stessa, che peraltro è stata oggetto di una relazione specifica della professoressa Joelle Long nel Convegno dell’AIMMF tenutosi a Firenze il 27/28 novembre scorso.

A pochi giorni dall’approvazione della legge che garantisce ai minori la continuità affettiva, abbiamo seguito un caso di un bambino di 27 mesi, di cui 21 trascorsi in affido, che è passato dalla famiglia affidataria a quella a rischio giuridico di adozione in soli 6 giorni.

Prima dell’inizio del passaggio abbiamo scritto una lettera a tutte le Istituzioni coinvolte, chiedendo maggiore gradualità. Purtroppo la nostra richiesta non è stata neanche presa in considerazione.
Oggi, a distanza di oltre 2 mesi, alla famiglia affidataria non è stata data alcuna informazione rispetto alla modalità del mantenimento dei rapporti: abbiamo quindi interessato con una lettera anche il Garante Regionale per l’infanzia e l’adolescenza.