La famiglia come diritto di ogni bambino
La famiglia come diritto fondamentale del minore
La Legge n. 184/1983 consolida un orientamento della cultura sociale già fatto proprio dalla nostra Costituzione: la famiglia come diritto fondamentale del minore e, più in generale, la famiglia come risorsa per la comunità e per quanti, nella comunità, ne siano temporaneamente o definitivamente privi. In sostanza si riconosce che il bambino ha assoluto bisogno di un ambiente familiare per crescere.
L’attenzione all’infanzia come “spazio della vita protetto e distinto”, “bisognoso di cure particolari” è un’esperienza recente e va di pari passo con la nascita della famiglia moderna, così come la conosciamo noi.
Il diritto a crescere nella famiglia d’origine
Il primo articolo della legge n. 184/1983 afferma che il minore ha diritto ad essere educato prioritariamente nell’ambito della propria famiglia, precisando che “Le condizioni di indigenza dei genitori non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine, a favore della famiglia d’origine sono disposti interventi di sostegno e di aiuto. Il diritto del minore a vivere, crescere ed essere educato nell’ambito di una famiglia è assicurato senza distinzione di sesso, di etnia, di età, di lingua, di religione e nel rispetto della identità culturale del minore e comunque non in contrasto con i principi fondamentali dell’ordinamento” (art. 1).
Politiche sociali adeguate
Per realizzare concretamente questo diritto è necessaria l’attuazione di politiche sociali adeguate (diritto alla casa, al lavoro, all’istruzione, ecc.) anche al fine di prevenire, nella misura del possibile, il bisogno assistenziale.
Se è vero, infatti, che alcuni diritti, come il lavoro, l’istruzione ecc. sono sanciti dalla Costituzione, viviamo in una società in cui essi non sono affatto garantiti nella realtà: il livello di disoccupazione cresce; la ricerca di una casa si protrae a volte per anni; alcuni servizi come l’asilo nido e le scuole materne sono carenti o inadeguati rispetto agli orari di lavoro dei genitori.
Fare prevenzione, quindi, vuol dire anche poter assicurare un lavoro a tutti i cittadini: una situazione di disoccupazione, di cassa integrazione o di lavoro non garantito può diventare un elemento di disgregazione del nucleo familiare. È altrettanto importante avere una casa con un affitto equo e con spazi sufficienti, sia pure minimi, per il numero dei membri della famiglia.
Le situazioni più vulnerabili e gli interventi assistenziali
I problemi che devono affrontare i nuclei familiari in gravi difficoltà e in particolare le donne che lavorano e tanto più le donne sole, nubili, separate o divorziate, sono senza dubbio gravi. Tutti questi problemi sono poi moltiplicati se riferiti alla crescente presenza di stranieri nel nostro Paese, che troppo spesso non sono nella condizione di assicurare ai propri figli il diritto a una vita dignitosa.
Molti altri sono gli interventi atti a prevenire situazioni di difficoltà e di disgregazione familiare. Un buon funzionamento dei servizi sanitari è, ad esempio, fondamentale non solo per una buona salute, ma anche per prevenire situazioni molto complesse (malattia mentale, dipendenze da sostanze…). Una corretta informazione e prevenzione può diminuire sensibilmente il numero dei bambini handicappati, così come cure sanitarie tempestive e riabilitative permettono di ridurre le negative conseguenze delle minorazioni.
Gli interventi assistenziali a supporto dei nuclei familiari
I contributi economici hanno lo scopo di garantire ad un nucleo familiare o a genitori singoli in difficoltà una quantità di denaro sufficiente per vivere. Tali contributi dovrebbero essere naturalmente forniti al nucleo familiare indipendentemente dalla sua configurazione giuridica (matrimonio, convivenza o coppia di fatto).
L’assistenza domiciliare per nuclei familiari in difficoltà, ad esempio nei casi di malattia, può permettere di assicurare la pulizia dell’alloggio, il disbrigo delle faccende domestiche, la preparazione dei pasti, l’accompagnamento a scuola per i minori, la cura temporanea di persone handicappate.